Home PROGRAMMI A VISO SCOPERTO Dal concilio a Bergoglio, cosa resta della Chiesa? (Con Flavio Pisaniello)

Dal concilio a Bergoglio, cosa resta della Chiesa? (Con Flavio Pisaniello)

 

Quale è il ruolo del Concilio Vaticano II ? “Se la Chiesa è ridotta così la colpa è di Bergoglio!”, quante volte si sente ripetere questa affermazione, ma le cose stanno davvero così? Certo Bergoglio ha delle evidenti responsabilità, ma nel tempo la Chiesa ha subito forti cambiamenti, senza i quali quello che sta accadendo oggi non sarebbe possibile.

Dopo esserci occupati del recente sinodo, in questa puntata insieme a Flavio Pisaniello studente di teologia e filosofia ripercorreremo le tappe più importanti che hanno portato cambiamenti significativi nella Chiesa. Flavio Pisaniello è giovanissimo, molto preparato ed appassionato di queste materie, ha anche un suo canale YouTube “Pillole di Teologia-Flavio Pisaniello” dove realizza interviste e tratta temi storici e di attualità.

Per prima cosa Flavio Pisaniello introduce il Concilio Vaticano II e le sue criticità, i cambiamenti più dubbi e controversi.

Il Concilio Ecumenico Vaticano II, abbreviato come Vaticano II, è stato il ventunesimo e il più recente concilio ecumenico della Chiesa cattolica, La sua convocazione fu annunciata da papa Giovanni XXIII il 25 gennaio 1959, La prima sessione iniziò nell’ottobre 1962 e si interruppe a seguito della morte del Pontefice il 3 giugno dell’anno seguente. Le altre tre sessioni furono convocate e presiedute dal suo successore papa Paolo VI, fino al termine dei lavori l’8 dicembre 1965, solennità dell’Immacolata Concezione. Il Vaticano promulgò quattro Costituzioni, tre Dichiarazioni e nove Decreti, il Concilio Vaticano II è stato chiamato il concilio della “seconda riforma cattolica”.

Nel suo primo discorso da pontefice ai padri conciliari, Montini indicò inoltre quali fossero gli obiettivi primari del sinodo:

  1. Definire più precisamente il concetto di Chiesa;
  2. Il rinnovamento della Chiesa cattolica;
  3. La ricomposizione dell’unità fra tutti i cristiani;
  4. Dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo.
Concilio Vaticano II
Concilio Vaticano II – Lothar Wolleh, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

Una delle prime conseguenze fu la traduzione della Bibbia, prima solo in latino, nel 1771, monsignor Antonio Martini tradusse la Bibbia in italiano.

La Chiesa prima era rivolta verso Dio, mente il concilio la sostò verso l’uomo, la rinnovata importanza attribuita ai laici e a tutto il popolo di Dio nel suo complesso nella vita della Chiesa. In particolare, il Concilio riconobbe il ruolo esercitato negli ottant’anni precedenti dall’Azione cattolica, o associazioni similari, nella formazione dei laici cattolici, al di fuori dei tradizionali ambiti ecclesiali.

La liturgia: prima il sacerdote rivolgeva le spalle ai fedeli e lo sguardo all’altare e al crocifisso e la messa era in latino, dopo tra le innovazioni risalta anche il distacco degli altari dalle pareti, portandoli al centro del presbiterio avvenne il riconoscimento delle lingue “volgari” (parlate dal popolo) come “adatte” per la celebrazione dei Sacramenti, primo fra tutti la Messa, e per la Liturgia delle Ore.

Una delle principali conseguenze del concilio fu la riforma della liturgia e la definizione del nuovo rito per la Messa, elaborata da una Commissione liturgica presieduta da Annibale Bugnini (nominato già ai tempi di Pio XII).

L’ecumenismo e la libertà religiosa: Si riconobbe la presenza di elementi comuni nelle altre Chiese cristiane e nelle altre confessioni religiose. Si ribadì che Cristo era la Verità e l’unica Via per giungere al Padre, ma si riconobbe il ruolo delle altre realtà religiose nel contribuire all’elevazione morale del genere umano

Il rapporto con gli ebrei: Viene dichiarato che: “se è vero che la Chiesa è il nuovo popolo di Dio, gli Ebrei tuttavia non devono essere presentati come rigettati da Dio, né come maledetti, quasi che ciò scaturisse dalla sacra Scrittura. “

Il Concilio determinò una svolta decisiva nei rapporti della Chiesa cattolica con l’Ebraismo, che rese possibile la visita di papa Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma il 13 aprile 1986. Nel 2010, in occasione della visita alla sinagoga di Roma di Benedetto XVI, il rabbino capo Riccardo Di Segni ribadì l’importanza del Concilio nel dialogo ebraico-cristiano affermando che «se quel che ha portato il Concilio Vaticano II venisse messo in discussione, non ci sarebbe più opportunità di dialogo»