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Caso Soumahoro, parla la compagna: “Non sono lady Gucci, non mi faccio diffamare”

Dopo le accuse parla Liliane Murekatete, compagna del deputato autosospeso Abobakar Soumahoro: “Non sono Lady Gucci. Non mi farò diffamare. Porto tutti in Tribunale”, sbotta all’Adnkronos, raccontando la propria versione dei fatti nella vicenda che ha portato alla richiesta degli ispettori del ministero delle Imprese e del Made in Italy di sciogliere il Consorzio Aid, gestito dalla «suocera di Soumahoro per “irregolarità insanabili”.

Ha sbottato Liliane Murekatete: “Mi hanno consapevolmente e persistentemente diffamato, ai limiti dello stalking. Peraltro sono in aspettativa dall’aprile 2022 e sono in attesa della corresponsione degli arretrati. E ovviamente il sottotesto della narrazione esclude a priori l’ipotesi che possa esistere una donna africana benestante (e/o che possa diventarlo onestamente) e men che mai che essa possa contemporaneamente impegnarsi nelle questioni sociali”.

E aggiunge: “Posso capire, senza giustificarli, gli attacchi politici, ma la narrazione della maggior parte dei giornalisti è stata improntata ad un teorema fondato sulla colpevolezza certa e manifesta, con buona pace della presunzione di innocenza: colpevole io, colpevole mia madre, colpevole il mio compagno”.

La compagna di Soumahoro attacca i media e il racconto che hanno fatto delle vicenda: “La costruzione del racconto mediatico volto a rappresentarmi come una cinica “griffata” e ad affibbiarmi icastici titoli derisori, una che pubblica selfie (peraltro dello stesso tenore di quelli di centinaia di migliaia di giovani donne occidentali e non) mentre i lavoratori della cooperativa non ricevono gli stipendi è artatamente falsata. La gran parte delle foto al 2014/15, quando non avevo alcun incarico nella cooperativa Karibu e quando non avevo ancora conosciuto il mio compagno”, conclude.

G.