Home NOTIZIE ATTUALITÀ Allergie, boom di casi tra i nati durante la pandemia

Allergie, boom di casi tra i nati durante la pandemia

Finita la pandemia, adesso è la volta delle allergie. Gli studi medici hanno cominciato a riempirsi di pazienti colpiti da manifestazioni allergiche agli alimenti, alla polvere e ai pollini. Un dato importante che è emerso soprattutto tra i pediatri è che sempre più bambini soffrono di questo problema.

«Da settembre ad oggi – spiega una pediatra romana – con la ripresa delle scuole, dei nidi, dei pranzi fuori, delle attività sportive, molti pazienti manifestano intolleranze alimentari o allergie comuni che vengono poi confermate in sede di analisi». Purtroppo questa crescita esponenziale di soggetti allergici è dovuto a tanti fattori, tra cui lo smog e la cattiva alimentazione, che però creano disagi soprattutto ai bimbi fino a due anni.

Alessandro Fiocchi, primario di Allergologia all’ospedale Bambino Gesù., spiega che «Abbiamo un termometro preciso e questo è la lista di attesa per le analisi che non si è allungata negli ultimi mesi. Tuttavia l’incremento di allergie è un dato di fatto. Attualmente sono in corso due studi per capire lo sviluppo delle allergie durante il lockdown con l’analisi concentrata sulla cosiddetta “Covid generation”», i bimbi nati tra il 2020 e il 2021. «Noi sappiamo – prosegue Fiocchi – che in assenza di contatti sociali e interpersonali, con le scuole e i nidi chiusi, l’assenza dunque di contatti batterici può inasprire un fenomeno che si conclamerà nei prossimi 3-4 anni».

Parlando non più di pratica, ma di teoria, il primario spiega che «C’è la teoria dell’igiene che favorisce lo sviluppo di allergie sia da contatto che da farmaci quando i soggetti, in questo caso bambini, vivono in un ambiente iper controllato. Sappiamo che il contatto quotidiano con i batteri sviluppa delle resistenze ma in assenza si diventa più vulnerabili».