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Turiste travolte e uccise a Roma: indagato pirata. Gli ultimi giorni di Jessy e Wibe

E’ stato rintracciato dalla polizia l’automobilista che dopo aver travolto le due turiste belghe di 24 e 25 anni, Jessy Dewildeman e Wibe Bijls, sarebbe scappato a piedi lasciando l’auto, una Smart, sul ciglio della strada e le due giovani esanimi sull’asfalto. Si tratterebbe di un 40enne italiano. L’uomo è indagato e potrebbe essere accusato di duplice omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso. Le indagini proseguono per accertare eventuali altre responsabilità.

Gli ultimi giorni di Jessy e Wibe

Le due turiste arrivate in Italia da alcuni giorni per visitare Roma e i dintorni, avevano noleggiato una Fiat Panda. Avrebbero dovuto riconsegnarla domenica e ripartire per il Belgio, ma non sono riuscite a prendere quell’aereo per tornare a casa. La loro vita si è spezzata sabato scorso sulla bretella dell’A24 all’altezza di Tor Cervara quando viaggiando verso la Capitale si sono accorte di un incidente e si sono fermate per prestare aiuto. Pochi passi e sono state falciate da un pirata della strada che è fuggito nelle campagne a piedi invece di affrontare le proprie responsabilità e soprattutto soccorrere Jessy e Wibe. Gli ultimi giorni delle due ragazze sono descritti dai post condivisi sui social: il viaggio in aereo, la visita ai Musei Vaticani, una puntata fuori porta verso Frosinone.

Gualtieri: “Roma si stringe al dolore della famiglia per questa atroce tragedia”

Cordoglio sui social per le famiglie delle due giovani vittime: Jessy amante dei viaggi e Wibe la superchef. Il ristorante Casa Mundo di Menen in Belgio ricorda i piatti inventati dalla ragazza e aggiunge “Wibe, ci hai insegnato tanto. Grazie per quello che eri, grazie per averci fatto conoscere, grazie di tutto!”.

Messaggio di cordoglio anche dal il sindaco di Roma Roberto Gualtieri che su Facebook scrive: “Provo un grande dolore per la morte di Jessy Dewildeman e Wibe Bijls. Roma si stringe al dolore della famiglia per questa atroce tragedia”.

Associazione Vittime Incidenti Stradali: “Giudice applichi massimo della pena”

L’Associazione Vittime Incidenti Stradali si augura “almeno di trovare un giudice che applichi il massimo della pena previsto, ovvero 18 anni di reclusione, perché uccidere due giovani ragazze che si erano fermate a prestare soccorso e fuggire implica un’applicazione severa della legge. Peraltro si tratta inevitabilmente di un caso di rilevanza internazionale, nel quale l’Italia deve mostrare sia di essere capace di applicare correttamente la normativa, sia di essere in grado di proteggere i turisti che la visitano, come nel caso delle due povere vittime belghe”. (eg)