Home NOTIZIE ATTUALITÀ Studio in sei scuole lancia l’allarme: gli studenti sono “schiavi” degli smartphone

Studio in sei scuole lancia l’allarme: gli studenti sono “schiavi” degli smartphone

immagine di repertorio

 

“Una media di sei ore al giorno con lo smartphone in mano, con picchi che raggiungono le 8 ore giornaliere”, questo è quanto è emerso da una ricerca di Eures in collaborazione con la Regione Lazio e il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Il report è stato presentato il 30 novembre e quella che emerge è una situazione piuttosto seria: l’82% dei giovanissimi intervistati infatti è a rischio dipendenza da smartphone.

Da questa indagine, che ha coinvolto più di 1800 adolescenti in sei scuole del territorio capitolino, sono state raccolte brevi testimonianze da parte dei giovani sul gioco online, sexting, reverge porn e più in generale sulla dipenda dal cellulare. Il 64,5% dei giovani pratica il sexting, ovvero lo scambio di messaggi e immagini a sfondo erotico tramite le chat di WhatsApp, Instagram, TikTok o Facebook. Il problema è che il 19,7% afferma di aver inviato o scambiato le proprie foto o video intimi “per assecondare una richiesta a cui non è riuscito a sottrarsi”, raggiungendo tale valore il 30,4% tra le sole ragazze (contro il 12,8% dei maschi).

Fabio Piacentini, presidente di Eures e direttore del report, ha commentato così a RomaToday: “Abbiamo chiesto ai ragazzi in che misura erano rimasti coinvolti nel fenomeno ed è venuto fuori che la maggior parte di loro ha inviato, ricevuto e scambiato immagini in modo consenziente. C’è però una parte che questo consenso non l’ha dato esplicitamente o comunque è stato indotto”. L’utilizzo medio dello smartphone da parte degli adolescenti coinvolti dall’indagine è di 6 ore al giorno, ma per il 25,4% si arriva a toccare anche le 8 ore. E chi ha ricevuto il device prima dei 10 anni in media rimane incollato allo schermo per 6,7 ore contro le 5,7 di chi invece ha dovuto aspettare di compiere 13 anni. Secondo l’Eures dunque, l’82% degli intervistati è a rischio dipendenza, con il 22% che invece viene collocato nell’area critica di “alert addiction”, una fascia di elevato rischio in cui iniziano manifestarsi rapporti patologici.