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Scontri alla Sapienza fra giovani e la polizia per la causa palestinese

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La tensione tra studenti e forze dell’ordine si è trasformata in violenti scontri davanti al rettorato e fuori dall’Università La Sapienza. Decine di giovani, sostenitori della causa palestinese, hanno tentato di irrompere nei commissariati Università e San Lorenzo per liberare un arrestato. La situazione è esplosa dopo la riunione del Senato accademico, dove si sono discusse misure a favore degli studenti palestinesi. La premier Giorgia Meloni ha condannato duramente gli scontri, definendoli atti di delinquenza anziché manifestazioni pacifiche.

Scontri fra studenti e polizia alla Sapienza

Tre tentativi di irruzione hanno scosso la giornata, con manifestanti che hanno danneggiato auto della vigilanza privata e accesi fumogeni.

Dopo essere stati respinti dalle forze dell’ordine, i manifestanti si sono diretti verso i commissariati, cercando di liberare un arrestato.

Tuttavia, si sono scontrati con la polizia, causando contusi e diversi arresti.

Reazioni delle autorità e delle istituzioni

“Non è manifestare, è delinquere” ha dichiarato la premier Giorgia Meloni sui social. La ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha condannato fermamente gli episodi, definendoli “vergognosi e inaccettabili”.

La rettrice della Sapienza Antonella Polimeni, accusata di non voler revocare gli accordi con le università israeliane dagli attivisti pro Palestina, ha respinto l’idea del boicottaggio delle collaborazioni internazionali.

“La ricerca scientifica non separa, ma unisce” ha sottolineato Polimeni. “Boicottaggi, veti e chiusure nell’ambito delle collaborazioni scientifiche contraddicono le radici stesse dell’università come strumenti di pace”.

Polimeni ha ricevuto solidarietà dai rettori e sono arrivate poi le condanne nette da parte dei presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, che hanno stigmatizzato gli atti di odio e violenza dei collettivi studenteschi.