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Le guerre in ucraina e Medioriente: perché è così difficile parlare di pace? (VIDEO)

Qui la copertina che introduce al tema della puntata di Extra del 28 marzo 2024.

Diceva Erasmo da Rotterdam, intellettuale umanista che nella prima metà del 500 seppe ispirarsi ai principi di pace e tolleranza, che le guerre continue si svolgono per capriccio dei principi, con enormi rovine per i popoli, in quanto “la pace più ingiusta è meno dannosa della più giusta guerra”. Oggi, probabilmente, il suo pensiero verrebbe liquidato come pacifismo prêt-à-porter e certo l’impressione è che nessuno abbia voglia di provare a fermare il linguaggio delle armi.

Anzi: dal conflitto in Ucraina a quello di Gaza, non solo i contendenti ogni giorno fanno a parole e nei fatti un passo avanti verso una guerra su scala non più regionale, ma anche la comunità internazionale pare inerme di fronte alla necessità che si tenti di poter dare una vera opportunità alla diplomazia e al dialogo.

Guerre, una polveriera

Mentre ai confini dell’Europa si continua a morire ogni giorno, ogni minuto, i leader europei da settimane invitano a potenziare l’industria bellica e ad aumentare il sistema di difesa del continente, per poi preparare i cittadini alla guerra. In questo contesto, i più cauti sembrano gli Stati Uniti ma intanto la Nato sta spostando i propri militari sempre più ad est, mentre Putin e i servizi segreti russi accusano l’occidente di aver avuto un ruolo nell’addestramento del commando di terroristi che venerdì 22 marzo ha assaltato il Crocus Music Hall facendo almeno 140 morti in un attentato rivendicato dall’Isis, ma che a Mosca ritengono in qualche modo legato all’Ucraina.

In questa polveriera, basta davvero una scintilla a provocare un’escalation verso il punto di non ritorno in spregio allo spirito stesso della Pasqua, celebrazione della resurrezione di Gesù e massima rappresentazione di quei messaggi di pace e di perdono insiti nel Vangelo.