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In riva al mare o sui monti tra le pinete: gli spettacoli en plein air danneggiano l’ambiente? Extra – Martedì 26 marzo 2024

Il caso più eclatante è esploso qualche anno fa, complice la notorietà dell’artista che lanciò per primo questo genere di eventi grazie all’inevitabile battage mediatico: il “Jova Beach Party” lanciato da Lorenzo Cherubini scatenò polemiche e reazioni da parte del mondo ambientalista che puntò il dito contro l’iniziativa.

In realtà questo genere di eventi si faceva anche in passato ma proprio l’iniziativa di Jovanotti ha contribuito a rilanciare la moda e così adesso, ormai ogni estate, un grande numero di persone affolla le spiagge e i siti naturali durante numerosi eventi musicali, causando un grave danno ambientale secondo quanti ora chiedono norme più severe per la messa al bando degli eventi. Ora, con una nuova stagione turistica alle porte, il tema torna d’attualità: nel mirino ci sono anche gli spettacoli organizzati in alta quota, per esempio nelle aree boschive sulle Alpi o la dorsale appenninica, ma soprattutto le iniziative promosse dalle località balneari in riva al mare.

Le coste italiane, sia sabbiose che rocciose, rappresentano preziose aree per la biodiversità, ma subiscono una forte pressione antropica soprattutto durante l’estate. I grandi eventi in spiaggia aggravano ulteriormente la già precaria conservazione di questi luoghi e disturbano gravemente la fauna selvatica durante il periodo riproduttivo. Inoltre, le pratiche come il taglio di siepi e alberi, la distruzione delle dune, l’inquinamento acustico e atmosferico e i rifiuti che finiscono in mare danneggiano l’ambiente, mettendo a rischio specie in nidificazione come il fratino e le tartarughe marine.

Gli esperti di ambiente del resto non hanno dubbi: le spiagge e i litorali rappresentano ambienti fragili e dinamici e svolgono un ruolo importante come aree di transizione tra terraferma e mare. Oltre a ospitare preziosi ecosistemi, agiscono come filtri che proteggono il mare dall’inquinamento proveniente dall’entroterra e l’entroterra dall’azione erosiva del mare. Tuttavia, la sabbia, componente fondamentale di queste aree, impiega millenni per formarsi. Insomma, per chi ha a cuore il creato non esistono concerti eco-sostenibili in spiaggia o in aree naturali; al contrario, spesso queste manifestazioni violano i principi di sostenibilità e tutela ambientale dichiarati in seno alla stessa Costituzione Italiana.

Nonostante le attività di pulizia post-evento, i danni ambientali persistono e non possono essere facilmente riparati. È necessario introdurre norme che vietino pratiche dannose e ingiuste, considerando che ci sono luoghi più adatti per gli spettacoli, come arene e stadi. Mentre il “Jova Beach Party” ha avuto successo economico e di pubblico, ha generato polemiche per la scelta di svolgere l’evento in spiaggia.

L’organizzazione di eventi in queste aree richiede un’attenzione particolare, incluse significative misure di sicurezza e considerazioni sull’impatto ambientale. Anche le autorizzazioni sono più complesse, soprattutto per quanto riguarda l’ambiente. Tuttavia, la scelta di utilizzare spiagge come location per eventi musicali è spesso motivata dai minori costi e dalla maggiore visibilità turistica, a discapito dell’ambiente.

Nonostante le proteste delle associazioni ambientaliste, la scelta delle location è spesso fatta senza una chiara considerazione dell’ambiente, privilegiando gli interessi economici. Anche se si effettuano screening ambientali e si adottano misure per ridurre l’impatto, l’organizzazione di questi eventi rimane controversa, specialmente quando si svolgono in aree sensibili come riserve naturali o zone di nidificazione.

Infine, è importante considerare il bilancio tra lo sviluppo economico e la tutela dell’ambiente. Sebbene gli eventi come il “Jova Beach Party” possano portare benefici economici alle comunità locali e contribuire anche alla promozione in ottica turistica di luoghi suggestivi della penisola, è essenziale garantire che tali benefici non compromettano irrimediabilmente l’ambiente.

Ora un gruppo di associazioni impegnate da anni su questo fronte chiedono alla politica regole più severe per impedire che questo genere di iniziative vengano autorizzati con eccessiva disinvoltura dalle amministrazioni comunali, spesso in evidente conflitto di interesse dal momento che la valutazione dell’impatto degli eventi sull’amniente spetta proprio agli enti che li organizzano. In questa puntata di Extra, Claudio Micalizio affronta il problema con Franco Sacchetti, fondatore del “Coordinamento Italiano Tutela Ambienti Naturali dai Grandi Eventi” che raggruppa decine di associazioni impegnate in tutta Italia nella tutela delle aree naturali.