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Fratelli d’Italia premia i teatri di Roma ma dimentica il Teatro dell’Opera. Zingaretti: “Inaccettabile, che papocchio”

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La proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia e Lega che mira a conferire il titolo di “monumento nazionale” a 47 teatri è finita al centro di una polemica a Roma. L’iniziativa, infatti, inizialmente aveva escluso il Teatro dell’Opera, sollevando critiche e dubbi sulle motivazioni di tale omissione. L’intervento tardivo del capogruppo della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone (FdI), è stato necessario per correggere questa lacuna. Tuttavia, numerosi altri teatri storici della capitale sono stati tralasciati, sollevando interrogativi sul metodo adottato per la selezione.

L’esclusione del Teatro dell’Opera e la polemica

L’iniziale esclusione del Teatro dell’Opera dall’elenco dei teatri destinati a ricevere il titolo di “monumento nazionale” ha suscitato un acceso dibattito.

Le critiche più aspre si sono concentrate sul metodo utilizzato per selezionare i teatri destinati a ricevere il titolo di “monumento nazionale”.

Molti hanno evidenziato l’assenza di criteri chiari e trasparenti nella definizione di questa tipologia di teatri, sollevando dubbi sulla correttezza e l’equità del processo decisionale.

Inoltre, la mancanza di un regolamento definito ha contribuito ad alimentare incertezze e preoccupazioni riguardo alla possibilità di discriminazioni arbitrarie o influenzate da interessi politici.

La critica di Nicola Zingaretti

Tra coloro che hanno espresso critiche più severe al riguardo figura Nicola Zingaretti, ex governatore ora deputato Pd in commissione Cultura.

Zingaretti ha denunciato l’assenza di criteri definiti nella selezione dei teatri, definendo l’omissione del Teatro dell’Opera come un “papocchio” e una discriminazione nei confronti di altre istituzioni teatrali.

“È una discriminazione nei confronti di coloro che non hanno questo riconoscimento, una discriminazione totalmente arbitraria, forse legata a convenienze politiche” ha osservato Zingaretti.”

Il provvedimento, al momento, non ha peso sulle finanze pubbliche, ma Zingaretti considera anche l’eventualità che questo possa cambiare, generando ulteriori disparità. “Un domani, cambiando la legge, qualcuno potrebbe ricevere risorse in virtù di questa definizione? Non è dato saperlo. Non so davvero cosa pensare”.

Gli altri teatri assenti

Oltre al Teatro dell’Opera, numerosi altri teatri storici e istituzioni teatrali della capitale sono stati esclusi dall’elenco dei destinatari del titolo di “monumento nazionale”.

Tra questi figurano il Sistina, il Brancaccio, l’Ambra Jovinelli, il Palladium e il Quirino, solo per citarne alcuni. Le lamentele e le proteste dei rappresentanti politici e degli addetti ai lavori del settore hanno evidenziato la necessità di una revisione delle politiche di sostegno al teatro italiano e di un maggiore impegno per garantire il riconoscimento e la valorizzazione di tutte le istituzioni teatrali di rilevanza storica e culturale.