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Congedo di paternità: l’analisi di Save the Children

Undici anni fa poco meno di 1 padre su 5 ha usufruito del congedo di paternità, mentre nel 2022 sono stati più di 3 su 5

Qui il servizio realizzato per la puntata di Punto di Rottura del 19 marzo 2024.

Sembra proprio che l’era in cui siano le donne a dover rinunciare alla carriera o al posto di lavoro una volta diventate madri stia per finire. Save the Children ha diffuso alcuni dati in occasione della festa del papà che parlano chiaro: la percentuale di padri che usufruisce del congedo di paternità ha subito un incremento notevole tra il 2013 e il 2022.

Undici anni fa poco meno di 1 padre su 5 ne aveva usufruito, mentre nel 2022 sono stati più di 3 su 5. Un numero che è triplicato, seppur esista ancora un divario di genere tra i due genitori.

Nella cura del figlio o dei figli, dal primo anno di introduzione del congedo, ossia nel 2012, molti aspetti sono cambiati: inizialmente era uno solo giorno obbligatorio e due facoltativi. Oggi invece i neopapà hanno diritto a 10 giorni obbligatori e uno facoltativo e sono utilizzabili tra i due mesi precedenti e i 5 successivi al parto.

Congedo di paternità, differenze tra Nord e Sud

L’analisi condotta da Save the Children spacca l’Italia in due: ci sono delle differenze tra chi vive nelle province del Nord e chi in quelle del Sud e ad utilizzare di più il congedo sono i papà del Nord che, per completare il perfetto identikit, hanno tra i 30 e i 49 anni, con un lavoro stabile in un’impresa di medie-grandi dimensioni e un reddito medio-alto.

“Il congedo di paternità è aumentato negli ultimi 10 anni perché siamo di fronte a un cambiamento culturale – dice Antonella Inverno, Responsabile Ricerca e Analisi di Save the Children – I padri oggi vogliono essere parte della famiglia, prendersi cura dei propri figli in maniera più concreta. Certo, c’è ancora tanta strada da fare. Ancora oggi il peso grava prevalentemente sulle spalle delle madri che si sentono molto sole. Proprio per questo è importante andare verso l’equiparazione del congedo di paternità alla nascita di un figlio a quello di maternità, almeno per quanto riguarda la durata.”