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L’approfondimento del giovedì con Pink Magazine Italia

Burnout, lo stress da lavoro colpisce più le donne

Ospite in collegamento Cinzia Giorgio, direttrice di “Pink Magazine Italia

Persino la penna ironica e dissacrante di Sophie Kinsella si sofferma sul Brunout, nel suo ultimo bestseller Sono esaurita (Mondadori, 2024). In questa nuova commedia romantica, la scrittrice britannica affronta un tema serio e delicato come il burnout con piglio inimitabile e grande ironia, senza perdere di vista il suo innato ottimismo.

E il fatto stesso che se ne occupi denota un dilagare del fenomeno soprattutto tra le donne. La protagonista è Sasha: trentatré anni ha un ottimo lavoro, che però le toglie tutte le energie. Si sente terribilmente stanca, non frequenta più gli amici, di amore e sesso non vuole neanche sentir parlare. Ha attacchi di panico e prova un senso di vuoto e di profondo disorientamento. In poche parole, non ce la fa più. Così un giorno, di punto in bianco, scappa a gambe levate dal suo ufficio determinata a non tornare indietro.

È nel maggio 2019 che il burnout viene riconosciuto ufficialmente come sindrome dall’International Classification of Disease (ICD). L’Organizzazione Mondiale della Sanità lo definisce un “fenomeno occupazionale” derivante da uno stress cronico mal gestito, benché sottolinei che non sia ascrivibile tra le malattie e non vada confuso con il disturbo post-traumatico da stress. Anche se ci sono dei sintomi in comune: ansia, fobie, disturbi dell’umore e difficoltà di adattamento.

Non si tratta però di  stress lavorativo temporaneo e circoscritto nel tempo. Ovvero quando le reazioni all’impegno psico-fisico regrediscono grazie a brevi pause di recupero. Il brunout è una condizione di stress cronico inserito in un contesto lavorativo, dove c’è un evidente squilibrio tra esigenze professionali e risorse personali disponibili.

La sindrome da burnout deriva dalla demotivazione, dalla delusione e talvolta dal disinteresse. E può scaturire dalle richieste pressanti sul lavoro, dai ritmi troppo intensi, e dal carico di responsabilità lavorative. Identificarsi nel proprio lavoro implica un grande e talvolta spropositato investimento di energie e risorse che, nel tempo, può scaturire in questa forma di stress cronico.

Se ne parla dagli anni Ottanta, ma perché le donne ne soffrono di più? Pink Magazine risponde qui.

Salute mentale, precarietà e demoni di una studentessa

E a proposito di burnout e di stress lavorativo, Pink Magazine Italia ha intervistato Raffaella Iuliano, giovane e promettente studentessa di Medicina. Se ne parla qui, anche e soprattutto in relazione alle difficoltà dell’essere una donna medico.

MFW 24, lo Street style e la “rivolta” delle modelle size over 40

Street Style e polemiche alla MFW. Re Giorgio Armani è inimitabile nel suo stile e lo abbiamo visto recentemente anche per il look indossato da Carey Mulligan ai SAG Awards 2024. In una intervista durante la MFW ha affermato “Continuiamo ad accettare tutti, ma io non ci sto. Sono stufo di vedere una matta che gira in mutande in Via Montenapoleone a Milano”.

D’altra parte la donna Armani è una donna elegante, indipendente che non ha bisogno di provocare per farsi notare. Una conferma in tal senso è stata la giovane cantante Clara Soccini al front row della sfilata. Il commento si riferisce al look di Bianca Censori, moglie di Kanye West alla sfilata di Marni. Ha indossato un body in pelle molto sgambato probabilmente per slanciare la figura e aperto lateralmente.

Bisogna dire che la Censori è rinomata per outfits di cui far parlare per attirare l’attenzione. Ma nel senso sbagliato del termine a differenza della Kardashian che è migliorata notevolmente. La coppia era in prima fila alla sfilata di Francesco Risso per Marni. Una collezione strepitosa presentata in una location unica ini una grotta bianca minimalista legata al voler esprimere ogni forma di creatività liberamente.

Silhouette aderenti, abiti lunghi con gonne voluminose rigide in versione pelle marrone o scollata a V in animalier e pellicce dai colori caldi. Avrebbe dovuto indossare uno degli abiti della sfilata per distinguersi ma con stile!

Lo street style è stato ancora una volta protagonista dell’ultima MFW. La vincitrice in assoluto è stata Anne Hathaway che è diventata icona di stile dal personaggio di Andrea in”Il diavolo veste Prada”. Perfetta con il tubino rosso di Versace. E unica per l’ironia con cui ha giocato insieme a Donatella Versace sottolineando la difficoltà di muoversi con il bustino must have per delineare la silhouette. Bianca Balti nelle sue molteplici apparizione alle sfilate mi è piaciuta nel look per Marco de Vincenzo da Etro di cui è anche testimonial del lancio della nuova borsa Vela che richiama le vele delle barche. Luisa Ranieri impeccabile sia da Versace che nel look daywear con il maxi cappotto di Max Mara.

Tra le influencer ho notato che nel caso della Leonie Hanne è sempre più l’abito a venire in primo piano. Bellissimi look che non evidenziano lo stile della donna che li indossa forse perchè non c’è uno stile di base. Annalisa al culmine della popolarità ha indossato giacca, culotte e reggicalze per Dolce & Gabbana, un look accattivante, grintoso. Ma per poche apparizioni perchè come divisa ufficiale finisce per ottenere l’effetto contrario.

I look street style hanno evidenziato i trend del momento: bralette, gonne e coprispalla in pelle, il classico “little black dress” rivisitato e colori classici alternati alle nuance del rosso e burgundi sottolineando un miglioramento nel vestirsi bene ad eccezione di chi usa la MFW come vetrina per rendersi visibile.

Un’altra dichiarazione che ha fatto clamore in questa MFW è stata quella di Ilaria Capponi ex modella in merito all’ipocrisia nel mondo della moda in cui vige ancora la regola della taglia 40. Nella sua intervista ha detto: “Impossibile essere 1,80 ed entrare nella taglia 40” Come darle torto? Una taglia 42 è la taglia giusta nelle proporzioni di una figura così alta.

È stato riscontrato un dato negativo di un caldo del 17% di modelle plus size o curvy rispetto alla scorsa stagione del mese di settembre con un aumento di modelle over 40 e over 60 per un messaggio di body positivity e inclusiviity. Paloma Elsseser, modella inglese curvy in ascesa, è stata una delle poche eccezioni a sfilare in total black per Ferragamo e in un mini dress per Marni . È possibile che la moda ancora non riesca ad accettare la bellezza dei canoni tradizionali non legata necessariamente a una taglia standardizzata?

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