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Roma, polveri sottili e droga nell’aria: un rischio per la salute? Facciamo chiarezza con il Prof. Prisco Piscitelli

Qualità dell’aria, a Roma sempre peggio: aumentano inquinamento, polveri sottili e droga

Ospite in collegamento prof. Prisco Piscitelli, Vicepresidente “Società Italiana di Medicina Ambientale

È proprio il caso di dire che a Roma “tira una brutta aria”. E no, non lo dice solo un vecchio modo di dire, ma uno studio del Cnr. Non ci sono solo polveri sottili e inquinamento: l’aria della Capitale ospita anche cocaina e cannabinoidi in grande quantità. Un fenomeno in costante crescita, parliamo del +60% in dieci anni.

Questo è il primo studio a valutare le sostanze psicotrope nell’aria, finanziato dal Dipartimento delle politiche antidroga. Lo studio condotto ha analizzato le PM10, particelle sottili presenti nello smog con un diametro massimo di 10 micrometri. Secondo i ricercatori, la concentrazione di nicotina è rimasta costante, mentre si è osservato un aumento del cannabidiolo.

Tanti i quesiti in questo scenario: è rischioso per la salute? Come tutelarsi? Quali soluzioni mettere in campo?

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I cittadini di Roma, come ha riportato il Messaggero dopo aver sollecitato su questo tema alcuni comitati di quartiere, non sembrano mostrarsi sorpresi dai risultati dello studio. La consapevolezza dello spaccio e del consumo, dunque, è un qualcosa di diffuso. A Roma lo sanno. Come pure si sa che proprio la Capitale, negli ultimi anni, è diventata una “piazza” particolarmente vivace per lo spaccio di sostanze stupefacenti, nonostante il lavoro costante delle forze dell’ordine per arginare il fenomeno.

“Considerate le quantità rilevate non possiamo considerarle come un rischio – ha spiegato il prof. Piscitelli – sono più preoccupanti in tal senso le quantità di polveri sottili e soprattutto di smog. Questi costituiscono un problema da non sottovalutare per la salute, in particolare a livello vascolare e cardiovascolare. Questo studio ci fornisce anche un altro importante spunto di riflessione, cioè quante persone effettivamente consumano stupefacenti nel nostro paese, un fenomeno in aumento a quanto pare. Quindi non solo uno studio, ma una vera e propria cartolina sociale italiana, che dovrebbe farci riflettere”.