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Orrore alle porte di Roma, gatto ucciso con i petardi a Morlupo: caccia ai responsabili

Ucciso a colpi di petardi, lasciato a terra con il corpo martoriato dalle bruciature. Così è morto “Roscio” un gatto di strada che viveva a Morlupo comune a nord di Roma. E’ stata una donna che passeggiava con il cane a notare l’orrore, ha trovato quel che restava del micio e ha avvisato la Polizia Locale.

Orrore alle porte di Roma: gatto ucciso con i petardi: caccia ai responsabili

Il gatto aveva sul corpo evidenti segni di violenza causata dallo scoppio di petardi: era pieno di bruciature e pezzi di plastica fusa. Vicino c’era una busta di plastica con i bordi squagliati e rimasugli di pelo. L’orrore secondo l’Enpa Ente Nazionale Protezione Animali è probabilmente avvenuto domenica scorsa, nei giardini dell’anfiteatro di Piazza Diaz a Morlupo.

“Proprio in quello slargo sono stati segnalati continuamente alla Polizia Locale e alle Forze dell’Ordine dei ragazzini che sparavano bombe e petardi nel pomeriggio” scrive l’associazione animalista.

Roscio gatto randagio curato dalle associazioni animaliste: “Abbiamo fatto tanti sacrifici per poi vederlo morire in modo atroce”

Sul posto sono arrivate le volontarie di associazioni locali la Calico Odv e il Club degli Amici a quattro zampe Od. Ed è proprio la presidente di Club degli Amici a quattro zampe a raccontare al Messaggero che il gatto rosso, chiamato “Roscio” era stato trovato oltre un anno fa malandato. Era stato curato e si era ripreso.

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La sua zona preferita era intorno al giardino vicino alla posta di Morlupo, fino a lunedì scorso quando è avvenuta la macabra scoperta. “Abbiamo fatto tanti sacrifici per poi vederlo morire in modo atroce” dice al quotidiano romano la presidente dell’associazione, che ha sporto denuncia ai carabinieri.

Enpa: “Servono pene più severe”

“Dopo il caso di Barletta – afferma Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa – ci troviamo ancora di fronte ad un gatto ucciso e torturato con i petardi, un orrore che si ripete e che conferma la spirale di violenza che sta colpendo gli animali in questo momento e che ci preoccupa enormemente. Abbiamo subito attivato l’ufficio legale Enpa attraverso l’avvocato Claudia Ricci e stiamo cercando di capire se ci sono immagini di telecamere registrate nella zona. Ringrazio le volontarie delle associazioni che sono intervenute.

“Avevamo già lanciato un allarme sull’aumento delle violenze nei confronti degli animali da parte dei minori, sempre più spesso coinvolti in questi reati. Servono pene più severe e il riconoscimento della pericolosità sociale degli individui che compiono questi reati sugli animali. Fintanto che non otterremo questi strumenti per contrastare questa escalation di violenza e degrado sociale non ci stancheremo mai di chiederlo” conclude Rocchi.