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Mostra di Escher a Roma per festeggiare un importante centenario

A 100 anni dalla sua prima visita nella Capitale avvenuta nel 1923, Escher torna a Roma con la più grande e completa mostra a lui mai dedicata

A 100 anni dalla sua prima visita nella Capitale avvenuta nel 1923, Escher torna a Roma con la più grande e completa mostra a lui mai dedicata, a Palazzo Bonaparte disponibile fino al 1 aprile.

Maurits Cornelis Escher (1898-1972), uno degli artisti più amati dal grande pubblico in tutto il mondo, nel 1923 si trasferì a Roma. Proprio per festeggiare questo importante centenario, Arthemisia ha voluto rendergli omaggio con una mostra epocale che vedrà esposti tutti i più grandi capolavori del genio olandese.

Riservato ed inquieto, l’artista ha la magnifica capacità di parlare ad un pubblico molto vasto trasportandolo in un mondo immaginifico e impossibile dove convivono assieme arte, matematica, fisica, scienza e design. Le sue opere sono un unicum nel panorama della storia dell’arte e nelle stesse confluiscono una grande vastità di temi.

La mostra di Roma si configura come un evento eccezionale che presenta al pubblico, oltre ai suoi capolavori più celebri, anche molte opere inedite che mai prima d’ora sono state esposte. C’è un’antologica di circa 300 opere che comprende l’ormai iconica Mano con sfera riflettente (1935) e molto altro, come Giorno e notte (1938) e Vincolo d’unione (1956). Lungo il percorso espositivo, c’è una ricostruzione dello studio che Escher aveva a Baarn in Olanda. Al suo interno si possono ammirare i vari strumenti originali coi quali il Maestro produceva le sue opere e il cavalletto portatile che lo stesso Escher portò con sé nel suo peregrinare per l’Italia.

Escher e Roma

Di grande influenza per lui fu il periodo che trascorse a Roma. Per tutto il lavoro successivo, che lo vide prolifico nella produzione di litografie e incisioni soprattutto di paesaggi, scorsi, architetture e vedute, quella Roma si fa sentire in particolar modo nella parte antica e barocca che lui amava indagare nella dimensione più intima, notturna.

In mostra a Palazzo Bonaparte, infatti, sarà presente anche la serie completa dei 12 “notturni romani” prodotta nel 1934 – tra cui “Colonnato di San Pietro”, “San Nicola in Carcere”, “Piccole chiese, Piazza Venezia”, “Santa Francesca Romana”, “Il dioscuro Polluce” – insieme ad altre opere che rappresentano i fasti dell’antica Urbe come Roma (e il Grifone dei Borghese) del 1927, San Michele dei Frisoni, Roma (1932) e Tra San Pietro e la Cappella Sistina (1936).

La mostra, col patrocinio della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits ed è curata da Federico Giudiceandrea – uno dei più importanti esperti di Escher al mondo – e Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company.

Video riprese e interviste a cura di Alessandro Scarnecchia – Terza Pagina Magazine