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Sora, sequestro di beni per un milione di euro

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immagine di repertorio

A Sora, in provincia di Frosinone, è in corso un sequestro di beni dal valore superiore a un milione di euro. Il provvedimento, emanato dal Tribunale-Sezione Misure di Prevenzione di Roma in base alla normativa antimafia, è in corso di esecuzione da parte della Polizia a seguito della proposta giunta dal questore della provincia di Frosinone e coinvolge gli investigatori del Servizio Centrale Anticrimine e della Divisione Anticrimine della Questura di Frosinone.

I provvedimenti sono stati decisi in seguito ai risultati di un’indagine che ha dato origine all’operazione denominata “Ultima corsa”. Nel corso di questa operazione, nel mese di settembre 2022, sono state eseguite undici misure di custodia cautelare in carcere per i reati di spaccio di sostanze stupefacenti, usura ed estorsione.

Operazione Ultima corsa

sora
 

Era il settembre del 2022 quando la Polizia di Stato di Frosinone ha sgominato un’associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e usura. Ma anche corse clandestine di cavalli per strada durante il lockdown. Sono partite proprio dal giro di scommesse le indagini che hanno portato all’operazione “ultima corsa”.

Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Frosinone, con la collaborazione del personale del Reparto Cinofili, del Reparto Prevenzione Crimine Lazio, del Reparto Volo della Polizia di Stato e del Reparto Mobile di Roma hanno dato esecuzione a diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip della Procura di Cassino, su richiesta della Procura della Repubblica di Cassino.

Le misure cautelari sono state eseguite nei confronti di alcuni soggetti riconducibili ad una famiglia di etnia Sinti di origine ‘Romanì’ ritenuti responsabili di aver monopolizzato l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, oltre all’usura e all’estorsione ai danni di imprenditori. Le indagini, scaturite dallo svolgimento di corse clandestine di cavalli per le strade cittadine nel periodo del lockdown hanno consentito di delineare i contorni di un’articolata organizzazione caratterizzata dal vincolo familiare che ha reso ancor più laboriose le indagini.