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Caprette uccise a colpi di pistola a Nettuno vicino Roma: si indaga sull’atto brutale e senza senso

caprette

Le caprette, una volta amate e gioiose compagne dei bambini, sono diventate per qualche ragione inspiegabile oggetto di brutali atti di violenza a Roma e non solo. Dopo l’orribile caso della capretta uccisa a calci ad Anagni, in provincia di Frosinone, un nuovo episodio ha scosso la città di Nettuno, dove due caprette sono state freddate a colpi di pistola da ignoti.

La strage di caprette a Nettuno

Il tragico episodio è avvenuto presso il laghetto Granieri, all’interno del bosco del Foglino. Quest’area, un tempo oasi naturale, offre una struttura ricettiva, un punto ristoro e ospita degli animali domestici che costituivano una grande attrazione per i più piccoli.

Tra questi animali, due caprette, un maschio di nome “Blanco” e una femmina chiamata “Creolina” erano particolarmente amate dai bambini, che solevano giocare con loro. Tuttavia, queste dolci creature sono state vittime di un atto di estrema crudeltà perpetrato da individui sconosciuti.

Caprette uccise a colpi di arma da fuoco

Il maschio, “Blanco,” è stato ucciso con spietatezza da un colpo di pistola sparato a bruciapelo. Il suo corpo è stato poi gettato nelle acque del laghetto e abbandonato.

La femmina, “Creolina,” è invece scomparsa misteriosamente, alimentando sospetti che possa essere stata uccisa per finire sulle tavole di chi ha commesso questo orrendo delitto.

I commenti sui social

L’intera comunità di Nettuno è stata scossa da questa violenza incomprensibile e ha espresso la sua indignazione sui social media. Le associazioni animaliste si stanno mobilitando per fare luce su questo tragico episodio.

Questo atto di crudeltà ricorda l’orribile episodio avvenuto l’estate scorsa in un agriturismo ad Anagni, dove una capretta fu torturata e uccisa a calci. La scena fu documentata in un video diffuso su Instagram, scatenando l’indignazione di molti.

In quel caso, ben 14 giovani, tra cui molti minorenni, furono denunciati. Mentre uno di loro compiva l’atto brutale, gli altri lo incitavano, ridendo. La Procura presso il Tribunale per i minori di Roma e la Procura di Frosinone avviarono indagini approfondite sulla questione.

Gli indagati, inclusi il 17enne accusato di aver massacrato l’animale a calci, negarono le accuse, sostenendo che la capretta era già morta al loro arrivo. Questa vicenda scatenò le proteste degli animalisti, che organizzarono manifestazioni di piazza e criticarono duramente i giovani sotto accusa