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Lazio, investimenti a favore degli imprenditori agricoli under 45. Aidda Lazio: “Ora alleggerire la burocrazia”

AGRILEVANTE 2023, L'AGRICOLTURA CHE RESISTE PER UNA NUOVA SOVRANITA' ALIMENTARE

Secondo Coldiretti, oltre 4.000 under 45, con una buona percentuale di donne, ha deciso di investire nel settore agricolo, lasciando il lavoro precedente. Un dato dal quale è partita la Regione Lazio per studiare un piano di aiuti rivolto proprio agli imprenditori agricoli under 45.

Ad annunciarlo è stato l’assessore Giancarlo Righini: “La Regione Lazio intende investire su questo processo di trasformazione del comparto. I giovani, infatti, possono dare un importante contributo a rendere più sostenibile e competitivo il settore e noi abbiamo il dovere di accompagnarli garantendo loro, non solo risorse, ma tutto il sostegno necessario allo sviluppo di queste nuove realtà”.

Righini ha analizzato il dato di Coldiretti: “Mette in risalto tre aspetti principali. Ovvero innanzitutto l’attrattività e le potenzialità del comparto agricolo in termini di crescita occupazionale e di stile di vita per i giovani, poi l’importanza degli istituti agrari, infine la necessità di un cambio di passo in termini di innovazione tecnologica e gestionale delle aziende, per far sì che questi nuovi imprenditori possano rendere il sistema agricolo più efficiente e competitivo sui mercati, interni ed internazionali”.

Giovani imprenditori del Lazio, la risposta di Aidda

Diana Theodoli Pallini, presidente regionale di Aidda Lazio, l’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda, ha parlato a proposito dei maggiori investimenti annunciati dalla Regione Lazio in favore delle imprenditrici e degli imprenditori agricoli under 45: “Le novità – ha detto – sono senza dubbio positive ma devono essere contestualizzate”.

Ha poi precisato: “Gli investimenti devono essere mirati ad aiutare sia il passaggio generazionale che l’arrivo di nuovi imprenditrici e imprenditori: è importante da un lato alleggerire la burocrazia perché chi fa impresa non può impiegare anni per avere profitti, dall’altro lato è necessario che qualsiasi progetto, per poter essere finanziato, possa avere alle spalle uno studio economico di sostenibilità. Altrimenti sono soldi pubblici buttati e non va bene”.

Ha concluso la presidente di Aidda: “Il mio pensiero da imprenditrice è che ci deve essere una marginalità in qualsiasi progetto, è molto importante – ha aggiunto -. E spero che alle spalle dei finanziamenti ci possa essere una garanzia pubblica, perché se il giovane o la giovane deve ricorrere a una garanzia bancaria potrebbero innescarsi problematiche. A chi vuole entrare in questo settore dico di studiare bene il mercato, capire che tipo di prodotto fare. Molto spesso l’entusiasmo dei contributi fa perdere di vista un aspetto importante, ovvero che una volta terminate le risorse il progetto deve avere da solo margini di reddito, altrimenti diventa un bagno di sangue. In questa Regione ci sono eccellenze”.

“E’ un aspetto cruciale ma anche in questo caso bisogna far sì che non sia rigida: è necessario aiutare le giovani agricoltrici e i giovani agricoltori nelle varie fasi, perché è un processo non semplice e serve un’attenzione costante”.