Home PRIMO PIANO Lazio, Patric a cuore aperto: “Ho sofferto di depressione”

Lazio, Patric a cuore aperto: “Ho sofferto di depressione”

Da giocatore marginale, quasi un esubero, a elemento chiave della nuova Lazio. La nuova vita di Patric lo sta portando a diventare uno dei difensori più affidabili della Serie A. E pensare che le prime stagioni a Roma erano state deludenti, tanto i tifosi erano arrivati addirittura a fischiarlo.

Nonostante tutto Patric ha lavorato sodo per migliorare se stesso e superare le critiche. Con Sarri è diventato un giocatore chiave: lo sta dimostrando anche in questa prima parte di stagione, durante la quale ha soffiato il posto a Casale a suon di ottime prestazioni.

Sarà titolare anche con il Bologna, nella gara di venerdì sera, che Patric ha presentato in conferenza stampa raccontandosi a cuore aperto. Ha parlato della depressione che lo ha colpito durante il Covid, dalla quale è uscito diventando un uomo nuovo.

Patric in conferenza stampa

patric

In conferenza stampa, Patric ha analizzato così il suo momento d’oro: “I difetti si possono migliorare col tempo, ma la mente è la cosa più importante. Da giovane quando hai troppo entusiasmo, troppa energia, ti porta a sbagliare. Ma poi sta alla persona volersi migliorare, anche sotto questi aspetti. La testa per me è stata fondamentale, mi sento più maturo. Sono contento di quello che sono riuscito a fare”.

Il difensore spagnolo ha poi raccontato della depressione: “Sì, c’è un momento, anche se mai l’ho raccontato. Venivo da una buona stagione quando siamo entrati in Champions con Inzaghi, e poi ho sofferto tanto con il Covid quando sono rimasto chiuso in casa da solo. Dal nulla ho cercato di fare le stesse cose perché mi sentivo in crescita, mi sentivo bene, ma ho avuto problemi di depressione e di ansia e tutto è diventato buio per me. Lì ho cominciato a lavorare con mental coach, con gente fuori dal calcio, penso che ho trovato me stesso. Ho dovuto fare la mia peggior stagione con la Lazio, quella senza tifosi. Per me che sono un passionale è stato un fattore, visto che già stavo male mentalmente mi sono trovato a giocare tutte le partite per l’infortunio di Luiz Felipe anche se non stavo bene. Mai però ho detto di non voler giocare, perché penso che che non fosse giusto. Non ho mai avuto l’opportunità di dirlo, è stato un anno difficilissimo per me. Era più facile mollare però non l’ho mai fatto. E forse oggi sono diventato questo tipo di giocatore perché ho affrontato nel modo giusto quel momento di difficoltà”.

Ha concluso: “Sono una persona che ama stare nell’ombra, non mi piace quando si parla di me. Né nel bene né nel male. Adesso che ho 30 anni, dopo tutto quello che ho passato e che ho sofferto, penso che sia anche giusto che quando le persone parlano bene di te essere orgogliosi. Sono contento di quello che sto facendo. Sono fiero della persona e del giocatore che sono adesso”.