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Roma, Tiago Pinto: “Niente panico per la partenza lenta. Lukaku? A luglio era impensabile”

Dybala e Paredes
Dybala e Paredes

Ci mette la faccia Tiago Pinto, anche se la sua Roma è partita male. Un punto in tre partite, ma con un futuro che il Dg giallorosso immagina felice. Lo ribadisce nella consueta conferenza stampa post mercato, durante la quale analizza ogni aspetto di questi tre mesi in cui è successo quasi tutto, compreso l’arrivo di Romelu Lukaku.

Pinto parte dal momento difficile che la Roma sta vivendo in campionato: “Ripeto: quando perdiamo lo facciamo tutti, quando vinciamo altrettanto. Non siamo contenti della situazione, ma non c’è motivo di panico. Sono state tre partite, difficili poiché il mercato è aperto, c’è confusione e ci sono problemi. Ma siamo consapevoli del valore che abbiamo, che possiamo fare meglio. Sono motivato e carico per tranquillizzare tutti, avremo le condizioni per migliorare dopo la sosta. Facendo paragone con mercato e risultati, ogni tanto manca un po’ equilibrio e so che qui è difficile a Roma mantenerlo”.

“Da scarso a re di Roma, ma sono sempre io”

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Ha aggiunto: “Il giorno in cui abbiamo preso Azmoun ho ricevuto 100 messaggi su Instagram e mi dicono di andarmene e che sono scarso, scarso continuo a esserlo. Poi prendiamo Lukaku e mi dicono che sono il Re di Roma, sono solo un ragazzo normale che fa il suo lavoro. Sui risultati è un po’ lo stesso: c’è frustrazione quando non facciamo le cose fatte bene. C’è frustrazione ma mancano 35 partite. I giocatori hanno qualità, l’allenatore ha le sue caratteristiche che sapete, siamo consapevoli del momento ma siamo carichi e motivati per trasformare il problema in una situazione positiva. Tranquilli”.

Il dg giallorosso racconta come è riuscito a prendere Lukaku, prima un sogno, poi un obiettivo reale. Infine un grande colpo di mercato: “Non mi conviene dire quando l’ho capito che sia stato possibile. Ho tanti difetti ma non sono bugiardo. Lukaku tre mesi fa non potevo prenderlo. Ho un buon rapporto con le persone che lo seguono. Ci sono situazioni nelle quali i primi di luglio sono impossibili e dopo, se ci sono i momenti giusti, cercare di sfruttarli ed è quello che è successo. Per Lukaku l’intervento dell’allenatore è stato importante, anche per il rapporto che hanno avuto. Voi avete visto il coinvolgimento personale dei proprietari e questo hanno semplificato molto il mio lavoro. Si sono messi dentro la trattativa e hanno sbloccato delle cose. Per tutti questi giocatori come Lukaku, Dybala e come altri che avevo in testa, il segreto è sempre lo stesso: devi aspettare e monitorare la situazione e aspettare il momento giusto dove tu puoi convincere loro e poi devi essere veloce. Con Lukaku abbiamo fatto 4-5 giorni, con Paulo 5 giorni. Se poi cominci a parlare troppo perdi l’opportunità”.

Pinto parla poi della possibilità di arrivare in Champions, primo obiettivo della Roma: “La prima cosa che voglio dire è che sarà impossibile uscire da questa conferenza con il minimo feeling tra me e Mourinho. Voglio avere molta attenzione a quello che dico, non voglio che possa uscire da qui uno scontro tra me e Mourinho. Tutto quello che pensiamo ce lo diciamo in faccia e siamo motivati per la società. Sul tema della Champions, dal primo giorno che sono arrivato qui ho capito che la Champions è la prima ambizione per questa squadra, anche per me lo è”.

Conclude: “Dopo se arriviamo o meno poi è un altro tema, se siamo obbligati? Sono parole che non uso. Quando vado a prendere giocatori come Wijnaldum, Dybala, Lukaku, Tammy tu devi dirgli qualcosa. Tu pensi che verrebbero se non lottassero per obiettivi come la Champions? Non è così. Dal mia punto di vista è questa la logica, non penso che io e l’allenatore siamo in disaccordo. Sul terzo tema degli infortuni voglio dire due cose: con tutto rispetto per la Roma e per i suoi tifosi è ovvio che non siamo il Manchester City. Potevo pure prendere Rice, ma non si può. Dobbiamo sapere la realtà. Un altro tema è quello degli infortuni. Oltre Dybala, che è stato per noi fondamentale, noi siamo riusciti a mettere in condizione fisica ottimale dei giocatori che avevano tanti problemi fisici. Come Zaniolo, Smalling, Dybala. Se andrà male con Renato Sanches c’è un responsabile: Tiago Pinto. Io sono ossessionato da quel giocatore. Al Benfica l’ho voluto prendere e non ci sono riuscito. In passato alla Roma l’ho voluto prendere e non ci sono riuscito. Ora invece ci sono riuscito. Se avrà problemi in futuro è colpa mia. Sono convinto che con questo allenatore, con questo staff tecnico e medico e con tutto quello di cui Renato ha bisogno intorno possiamo tirare fuori il meglio di lui. Abbiamo fatto anche un contratto dove deve giocare un tot di partite per poterlo prendere”.