Qui la copertina che introduce al tema della puntata di Extra del 30 aprile 2024.
C’è una proposta che rimbalza da tempo sul tavolo della politica italiana: contro le morti professionali occorrono leggi più severe e pene certe, arrivando anche all’introduzione di un reato specifico come l’omicidio sul lavoro.
Una piaga strutturale nel nostro Paese come testimoniano anche le statistiche: se nel 2023 le vittime, secondo Inail, sono state 1.041 a fronte di decine di migliaia di feriti, nei primi mesi di quest’anno c’è già stato un aumento degli infortuni mortali e dei decessi complici le sciagure del supermercato in costruzione a Firenze o della centrale idroelettrica di Suviano.
Morti sul lavoro, la patente a crediti
Come sempre dopo un’emergenza, la polizia annuncia giri di vite e lancia un’altra ipotesi controversa, quelle della patente a crediti: funziona come quella a punti degli automobilisti, ogni azienda parte da 30 crediti, ma ne perderà 15 in caso di incidente che comporterà per il lavoratore un’inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale e 20 in caso di infortunio mortale. Sotto i 15 punti l’impresa non potrà procedere ma basterà un corso di formazione per riprendere quota.
L’idea divide imprenditori e sindacati che da tempo chiedono misure più drastiche ed efficaci contro un’emergenza che però deve essere affrontata anche sul piano culturale.