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Non solo Roma – Puntata di Martedì 05 Settembre 2023

Non solo Roma con Elisa Mariani – Puntata di Martedì 05 Settembre 2023

ROMA PONTE TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO: ARRIVA L’OPERA AUDIOVISIVA DI PHILIP ABUSSI

Ospite in collegamento Philip Abussi, artista e compositore

ROMA PONS MUNDI, l’opera audio-visiva realizzata dall’artista e compositore Philip Abussi, dedicata al concetto di Roma Città Ponte tra il passato, il presente e il futuro, e frutto di un dialogo con l’intelligenza artificiale, sarà presentata in assoluta anteprima alla Rome Future Week, l’11 settembre alle ore 15.00 alla casa delle tecnologie emergenti in Piazzale della Stazione Tiburtina a Roma.

L’artista, autore anche della sigla della manifestazione, presenterà l’opera  durante l’evento di inaugurazione e prenderà parte al talk curato da Michele Franzese, ideatore della Rome Future Week®, al fianco di Monica Lucarelli, Assessora alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità, Rita Casalini, Responsabile Open Innovation presso Ferrovie dello Stato Italiane, Mattia Voltaggio, Responsabile di Joule, la scuola Eni per l’impresa, Marco Misischia, Consigliere Convention Bureau Roma e Lazio, Daniele Di Fausto, CEO Global eFM, Giorgia Calvaresi, Vice Presidente Junior Enterprises Europe, Carolina Grassi, PR & Sales Manager Ventive Group, Sara Matassoni, Digital Policy Expert.

L’opera veicola un messaggio ben preciso: Roma come ponte del mondo, un ponte che connette le persone e le realtà tra di loro, e lo fa utilizzando l’intelligenza artificiale generativa sia per la realizzazione delle immagini che per la colonna sonora; attraverso l’AI sono state attentamente curate l’estetica, lo stile, l’elaborazione, l’inquadratura e persino la fotografia.

“Ho voluto rendere omaggio alla mia città, – ha detto Philip Abussi – inserendo opere architettoniche come il Ponte Sisto, il Colosseo, i Fori Imperiali, la Basilica di San Pietro, il Pantheon, e opere d’arte come la Pietà di Michelangelo, la statua equestre di Marco Aurelio e la Lupa situate ai Musei Capitolini, così come la statua di Anita Garibaldi al Gianicolo. Tutto ciò che vedrete è stato generato dall’intelligenza artificiale, compresi gli effetti di luce”.

PAZIENTE DISABILE GRAVE TORNA ALLA VITA GRAZIE AD UN INTERVENTO CHIRURGICO

Ospite in collegamento Francesco Baldini, redazione “Civonline

Paziente disabile grave torna alla vita grazie all’equipe chirurgica del dottor Pasquale Lepiane che ha affrontato il caso complesso con umanità e professionalità. La donna, 44enne, ha una storia clinica piuttosto difficile. È cieca da oltre vent’anni, celiaca, soffre di attacchi epilettici e ha una paralisi degli arti inferiori. Tutta la sua vita è stata costellata da una serie di interventi, sin dall’età di 13 anni quando fu sottoposta ad un’operazione per un’occlusione intestinale da un diverticolo di Meckel e successivamente ad altri 9. L’ultimo ha portato ad un confezionamento di una colostomia (il famoso sacchetto) a livello del colon di sinistra.

«Da un punto di vista clinico – spiega il direttore della Uoc Chirurgia della Asl Roma 4 Lepiane – purtroppo la ragazza ha avuto un percorso complesso e difficile ma nonostante questo e la diagnosi che purtroppo abbiamo fatto durante il ricovero, cioè quella di un tumore del colon trasverso, ha sempre mostrato tanta forza, determinazione e tanto ottimismo». La donna si è rivolta al Pronto soccorso dell’ospedale San Paolo di Civitavecchia per episodi di rettorragia. È stata quindi eseguita una colonscopia diagnosticando una neoplasia del colon traverso. L’obiettivo dell’equipe chirurgica era di liberare la donna dalla colostomia, la sfortuna ha voluto che la neoplasia fosse situata a monte del “sacchetto”, si è reso quindi necessario un intervento chirurgico con ampia demolizione dell’intestino. L’operazione è stata eseguita il 27 luglio, dopo aver parlato con la donna – che si è mostrata sempre sorridente e determinata – e con la mamma, ed è consistita nell’asportazione quasi completa del colon fino al livello della colostomia, l’equipe ha poi anastomizzato l’intestino tenue al sigma ricostituendo la continuità intestinale dando alla paziente la possibilità di avere una vita normale, almeno da questo punto di vista. Il decorso è stato un po’ complesso ma «la ragazza – spiega Lepiane – è stata dimessa in tutta sicurezza e in condizioni generali buone dopo circa quindici giorni. Anche l’esame istologico eseguito ha dato una stadiazione favorevole, se vogliamo, poiché probabilmente la ragazza non dovrà sottoporsi a chemioterapia».

La paziente è stata sempre confortata dalla presenza continua dei suoi familiari, in particolar modo della madre. L’intervento è stato eseguito dal dottor Lepiane con le dottoresse Scaramuzzo e Diddoro, quest’ultima giovane specialista in formazione chirurgica presso la Asl Roma 4, con la partecipazione di tutto il personale di sala (Di Maio, Cappelli, Carrupt, Gatti, Ricci e Fanali) e della dottoressa Anna Grandino che ha eseguito l’anestesia con la sua consueta attenzione e umanità.

Un caso che ha lasciato il segno su tutto il personale di reparto e di sala perché la grande forza di volontà, il sorriso e la determinazione della donna hanno fatto sì che tutti prendessero a cuore la sua storia e che la “coccolassero”, la sua grande determinazione, voglia di vivere e positività hanno coinvolto tutti, dal personale ausiliario fino a quello medico.

«Mi ha colpito – ha detto Lepiane – la sua forza, il fatto che sorridesse al suono della mia voce. Sempre cosciente e determinata, ha mostrato una grande fermezza. Aldilà dell’affetto di tutto il personale del reparto e della sala operatoria la cosa che più mi ha colpito è stato il piccolo orsacchiotto dal quale non si è mai separata, se non durante l’operazione. Mi ha detto di averlo sin da quando era piccola e che quindi aveva avuto modo di vederlo ed è stata la prima cosa che ha chiesto dopo l’intervento».

ATER, IL GIALLO DEI 40 ALLOGGI IN VIA VENETO

«Perché 40 alloggi Ater che, almeno a vederli dall’esterno, sembrerebbero pronti da oltre un anno, non vengono assegnati?».

Se lo chiedono, scrivendo alla nostra redazione, gruppi di cittadini sempre più numerosi, tra famiglie in graduatoria in attesa di una casa popolare da anni, inquilini Ater che nel frattempo sono stati trasferiti o hanno fatto domanda per un cambio di appartamento, possibili destinatari di alloggi di edilizia agevolata, o semplici cittadini curiosi di capire come mai i lavori all’immobile nuovo di zecca di via Veneto, tra Campo dell’Oro e San Gordiano, siano terminati già a maggio del 2022 e da allora l’Ater non abbia provveduto né a prendere in carico lo stabile né, tantomeno, ad assegnare neppure una delle 40 unità abitative, più soffitte, posti auto coperti e scoperti.

Come è possibile che si verifichi una cosa del genere a Civitavecchia che per definizione, ormai da lustri, è la città dell’emergenza abitativa? Eppure, l’Ater aveva acquistato (o meglio promesso di acquistare) l’immobile nel 2020 proprio per far fronte alla carenza di alloggi: nel 2019 era stato firmato dal Direttore Generale Emiliano Clementi un avviso pubblico per presentare offerte per la cessione di immobili già realizzati o in corso di realizzazione e pochi mesi dopo, a inizio 2020, lo stabile di via Veneto, inserito nel Pz4, veniva individuato come ammissibile con i suoi 40 appartamenti. A fine maggio veniva sottoscritta la promessa di vendita notarile e i vertici dell’Ater annunciavano che entro l’estate sarebbero stati assegnati i 40 alloggi: la metà o poco più per l’edilizia sovvenzionata, per coloro che erano in graduatoria per una casa popolare (soldi di cui i cittadini di Civitavecchia risultavano destinatari dall’apposito fondo regionale) e i restanti alloggi per edilizia agevolata, per rispondere anche a quelle famiglie che, pur avendo redditi superiori a quelli previsti per l’accesso all’edilizia residenziale pubblica, non possono tuttavia sostenere affitti a prezzi di mercato.

Da lì in poi è iniziato un vero e proprio giallo: il costruttore a quanto pare infatti non avrebbe mai ricevuto il saldo del pagamento concordato con Ater, che ha versato solo l’acconto iniziale. Ecco perché, dunque, gli alloggi non sono mai stati consegnati.

Perché Ater non ha concluso l’operazione e che fine hanno fatto i soldi destinati all’acquisto dei 40 alloggi di Civitavecchia? Questo aspetto lo dovrà chiarire il Direttore Generale di Ater Emiliano Clementi, rimasto da solo al comando dell’ente, in attesa della nomina del commissario, dopo la scadenza del mandato del cda. Certo è che ad esempio 2,8 milioni di euro proprio a maggio 2022 hanno preso la strada di Santa Marinella, a seguito della riprogrammazione dei fondi dell’Ater di Civitavecchia decisa dalla giunta regionale Zingaretti. E a quanto pare già a fine estate 2021 , l’allora assessore all’Urbanistica Sandro De Paolis aveva respinto un primo “assalto” della Regione, su pressione del sindaco di Santa Marinella Pietro Tidei, alle risorse destinate a Civitavecchia, sventolando sotto il naso dei dirigenti della Pisana il protocollo d’intesa firmato tra Ater e Pincio nel 2019 per l’utilizzo proprio nel Pz4 di (guarda caso) 2,8 milioni di euro per edilizia residenziale pubblica per il superamento dell’emergenza abitativa.

Perché dopo che De Paolis è stato spostato dall’Urbanistica (e poi estromesso dalla Giunta Tedesco) quell’accordo non è stato più difeso e con esso lo stanziamento dei 2,8 milioni che, strana coincidenza, sono stati dirottati su Santa Marinella?

E perché, al di là di tutto, Ater non ha poi comunque provveduto a completare l’operazione di via Veneto pagando quando ancora aveva i soldi disponibili e vincolati al Pz4, o reperendo subito le risorse necessarie a saldare il costruttore per il prezzo degli alloggi nel frattempo completati? Il trascorrere di quei mesi è stato infatti determinante: il vertiginoso aumento dei tassi di interesse registrato a partire da metà 2022, ha infatti reso problematica per l’ente di via Don Milani anche l’accensione di un mutuo per sopperire ai quasi 3 milioni tolti a Civitavecchia e destinati a Santa Marinella grazie a due fattori concomitanti e decisivi: la mancata volontà dell’Ater di concludere l’operazione del Pz4 mantenendo la promessa di acquisto sottoscritta con il versamento di oltre un milione di acconto e l’inerzia del Comune di Civitavecchia nel difendere – come fatto in un primo momento da De Paolis – la validità del protocollo d’intesa per lo stanziamento dei fondi regionali a beneficio dell’edilizia residenziale pubblica a Civitavecchia, consentendo invece che la Regione a guida Pd accogliesse le richieste del sindaco Pd di Santa Marinella Pietro Tidei. I cittadini civitavecchiesi ringraziano.

CARO SCUOLA, FAMIGLIE ALLE PRESE CON UNA NUOVA STANGATA

Librerie, cartolibrerie, supermercati ma anche siti online e mercato dell’usato. C’è fermento in queste settimane, a pochi giorni dalla riapertura delle scuole, con le famiglie alle prese con gli acquisti per i propri figli. E, come ogni anno, si parla di “caro scuola” con rincari e spese che pesano, e non poco, sul bilancio familiare. Secondo Federconsumatori si va incontro ad un +4% del costo per i libri, + 6,2% per il corredo scolastico e 2% per le dotazioni tecnologiche. Tirando le somme, come sottolineato da Assoutenti, la stangata sarà in media tra l’+8 e il +10% a studente per quest’anno. Le librerie e le cartolibrerie in molti casi offrono il servizio dei libri usati consentendo risparmi importanti sui prezzi del nuovo. «Gli aumenti ci sono stati, indubbiamente, ma nulla di cui preoccuparsi – ha confermato la titolare di una delle cartolerie cittadine – cerchiamo sempre di andare incontro al cliente, cercando di farlo risparmiare, accontentandolo il più possibile». Per i libri di testo la spesa può variare dai circa 300 euro a studente della prima media ai 600/700 euro del liceo, compresi i dizionari. «Finora – ha fatto eco un altro negoziante – ho registrato il 3% di incremento del prezzo dei libri rispetto all’anno scorso. La cancelleria è aumentata sicuramente ma l’aumento più importante c’è stato sui prodotti di carta (cartelline, maxi quaderni, blocchi da disegno) giustificato dell’incremento del 60% della cellulosa a livello mondiale».

LAVORO, CORSO DI ALTA FORMAZIONE PER EDUCATORI CINOFILI: OPEN DAY CON LA FONDAZIONE CAVE CANEM

Ospite in collegamento Federica Faiella, Presidente della Fondazione Cave Canem

Trasformare la propria passione in un lavoro; formarsi sul campo, affiancati da professionisti altamente specializzati e dalla pluriennale esperienza; acquisire un titolo spendibile sia nel pubblico che nel privato per aiutare i cani con problemi di natura comportamentale affinché possano convivere serenamente con persone e altri animali. Riparte la formazione specializzata per educatori cinofili a Roma, con quattro giornate di Open Day al Canile Valle Grande (via Giovanni Battista Paravia, 201).

Martedì 5, mercoledì 6, sabato 9 e domenica 10 settembre sarà possibile sperimentare sul campo con il team della Fondazione Cave Canem. Per riservare un posto è necessario scrivere una mail a: info@fondazionecavecanem.org specificando nome, cognome, recapito telefonico, data e fascia oraria preferita. Due i turni disponibili: mercoledì, giovedì e sabato dalle ore 9 alle ore 12 e dalle 16 alle 19 e domenica dalle ore 9 alle ore 12. Il corso prenderà avvio il 4 novembre 2023, con formula weekend.

Un kit di benvenuto firmato Fondazione Cave Canem; la possibilità di partecipare a trasferte in altre realtà di canile rifugio italiane; l’affiancamento di un ampio numero di tutor con background differenti; l’assegnazione personalizzata e progressiva di cani in base al livello di esperienza; la possibilità di entrare a far parte di un network nel quale confrontarsi con colleghi e docenti: questi sono solo alcuni dei vantaggi per chi sceglie l’Accademia Cave Canem.

Gli incontri formativi si svolgono al Canile Valle Grande di Roma, così da permettere ai partecipanti di prendere confidenza fin da subito con gli animali, studiare i segnali di un disagio, confrontarsi con tutte le stereotipie riscontrabili in cani vittime di maltrattamento e aiutare i cani a recuperare fiducia nei confronti degli esseri umani e dei loro simili.

Lezioni teoriche e pratiche per circa 160 ore complessive, per imparare a fronteggiare i diversi aspetti inerenti alla professione dell’educatore cinofilo, mestiere nel quale oggi è richiesta sempre maggiore competenza e specializzazione. “Non solo per lavorare con i cani che vivono in canile – afferma Federica Faiella, Presidente della Fondazione Cave Canem – ma anche con gli animali che hanno una famiglia ma possono aver bisogno di supporto”. È in crescita, infatti, la domanda di professionisti qualificati nel settore, sia nel pubblico che nel privato: basti pensare che in quasi quattro anni la stessa Fondazione CAVE CANEM ha fatto scouting tra i partecipanti ai corsi per allargare il team di campo fino a 16 educatori professionisti, destinati a prendere in carico progetti su tutto il territorio nazionale.

A coordinare il team è Mirko Zuccari, Dog Trainer Manager della Fondazione, che da anni pianifica e porta avanti percorsi di recupero basati sulle specifiche caratteristiche e personalità dei cani, in grado di cambiarne il destino e favorirne l’adozione o il ritorno in famiglia: solo a Valle Grande nei primi sette mesi del 2023 172 animali hanno lasciato il canile.

Incluse nel pacchetto, alcune trasferte sul territorio italiano per assistere alle operazioni messe in atto dagli esperti della Fondazione Cave Canem in canili rifugio d’Italia, dove sono state attivate collaborazioni per la gestione di casi difficili o per l’efficientamento delle strutture. La Fondazione, infatti, è impegnata in tutto il Paese con percorsi che coniugano il supporto ai cani di canile con progetti dall’elevato impatto sociale e collabora con le Forze di Polizia per prevenire e contrastare il maltrattamento degli animali e i fenomeni criminali correlati.

Al termine dei corsi è prevista una prova d’esame: l’esito positivo permette l’iscrizione all’Albo Regionale degli Esperti, Sezione C) Educativo Cinofila ex L. R. n. 33/2003 “Norme in materia di cani da presa, molossoidi e loro incroci”. A garanzia di qualità anche gli standard del sistema di gestione di Fondazione CAVE CANEM, conformi alla norma UNI:EN ISO 9001:2015. Il ricavato del corso sarà impiegato dalla Fondazione per sostenere le attività di tutela degli animali, sensibilizzazione e informazione della cittadinanza e supporto alle Forze di Polizia e alla Magistratura sul territorio nazionale.