A Cattivissimo si continua a parlare di Silvio Berlusconi e di ciò che ha rappresentato per questo Paese. In un‘Italia divisa sul giudizio del Cavaliere qui non c’è spazio per le critiche, anche se, a dire il vero, bisogna sottolineare che a 24 ore dalla sua morte è stato già proposto di intitolargli due stadi, i nomi di alcune vie delle piazze e, udite, udite, il Ponte sullo Stretto.
E poi, ancora, si avvicina l’estate e con essa arrivano i rave. Tuttavia non sono tollerati ora in Italia. Eppure una larga comunità sostiene il rave come terapia.
Il rave terapeutico a Cattivissimo
I ricercatori dell’Istituto molisano hanno esaminato gli effetti sul comportamento e sul cervello indotti dalla esposizione a condizioni ambientali tipiche di un “rave” sovraffollamento, musica techno ad alto volume e forti luci intermittenti svelando uno stretto parallelismo tra gli effetti neurochimici associati all’uso di ecstasy e quelli indotti dalla esposizione ad una condizione di stress multifattoriale rappresentata da fattori ambientali che ricalcano le condizioni di un “rave party”.
Le alterazioni del comportamento e gli effetti neurochimici osservati nei topi esposti allo stress multifattoriale sono risultate transitorie, ma non di breve durata. Il picco delle alterazioni è stato rilevato a trentasei ore dall’inizio delle stimolazioni stressanti: ciò significa – spiegano i ricercatori che per un periodo critico di tempo il cervello rimane comunque alterato in quei processi critici che negli esseri umani sono legati allo studio, alla concentrazione sul lavoro e alla capacità di usare macchinari o guidare un’automobile.
