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Rifiuti Roma, braccio di ferro tra Ama e i sindacati. «Intimidazioni, minacce e forme di pressione»

Dopo l’ultimo incontro tra Ama, la municipalizzata incaricata di raccogliere l’immondizia in città, e i sindacati, quest’ultimi denunciano con una nota durissima atteggiamenti di «intimidazioni, minacce e forme di pressione non rispettose della dignità dei lavoratori».

Alcuni giorni fa Daniele Pace, presidente del CdA di Ama, aveva comunicato l’intenzione di voler tagliare incentivi e bonus che negli ultimi anni, secondo il suo punto di vista, si sono sviluppati «per sommatoria su spinte imitative in taluni casi anche con una duplicazione», addirittura arrivando a rappresentare in alcuni casi forme di «erogazioni indebite». A seguito di queste dichiarazioni, i sindacati hanno minacciato lo sciopero bianco del porta a porta.

Comunicato dei sindacati

Roma è sempre stata al centro delle cronache per quanto riguarda la questione rifiuti. Adesso più di allora, perché la Capitale versa in condizioni pessime in alcune zone. La data del 6 giugno ha visto tenersi l’incontro con tutti i responsabili e capi intermedi della raccolta delle varie zone. È delle immediate ore successive un comunicato di Fp Cgil, Fit-Cisl Lazio e Fiadel che lascia trapelare l’aria che si è respirata in quell’incontro.

«In riferimento alla riunione tra i vertici aziendali e i capi intermedi – raccontano i sindacati – diversi dei presenti ci hanno rappresentato contenuti e aspetti emersi, che non ci si può esimere dal rilevare e stigmatizzare. Un discorso è aggredire il problema, inerente alla pulizia e al decoro, individuando misure e strategie per prevenire e affrontare situazioni di criticità sul territorio, spesso consolidate, tutt’altro è affrontare il problema dando ultimatum e minacciare ritorsioni, che vengono tradotte in provvedimenti disciplinari, trasferimenti e alludendo, in maniera neanche troppo velata, a possibili licenziamenti. Le volontà aziendali atte a sollecitare, stimolare e finalizzate a raggiungere un miglior decoro della città, sono lecite e vanno rispettate, ma a queste è sempre necessario associare un po’ di buon senso, e questo è ciò che l’azienda non riesce proprio a capire».

“Intimidazioni, minacce e forme di pressione non rispettose”

«Riteniamo inaudito – continua – e inammissibile che il presidente di un’azienda, con cronica carenza di personale e mezzi, con ritmi e carichi di lavoro divenuti insostenibili per tutto il personale, anziché pensare di creare un clima di collaborazione che dovrebbe essere orientato al massimo coinvolgimento per il buon funzionamento dell’azienda stessa, si relazioni con i dipendenti con intimidazioni, minacce e forme di pressione non rispettose della dignità dei lavoratori».

«Ma questo, probabilmente, al presidente sfugge o forse, non immagina nemmeno la difficoltà di dover far svolgere attività di raccolta con mezzi ideati per altro (spazzatrici e doblò ad esempio) perché sprovvisti di quelli idonei. Siamo convinti che i momenti di incontro, dovrebbero essere focalizzati su ciò che di buono può essere realizzato sul territorio, e non utilizzati per creare un clima di paura e tensione, che nulla ha a che fare con un moderno sistema di relazioni con i propri dipendenti. Riteniamo quanto accaduto inaccettabile e, siamo convinti, che debbano cessare tali comportamenti e questo pericoloso clima di terrore e intimidazione che si sta creando all’interno di Ama».