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Ambasciata Iran, una telecamera su un palo a forma di forca. Quartapelle: “È un’intimidazione”

Una foto diffusa su Twitter dalla deputata Pd, Lia Quartapelle, di una telecamera montata su un palo che somiglia a quello delle impiccagioni. «Si tratta di una chiara intimidazione – si legge sul post della Quartapelle – contro chi manifesta fuori dalla ambasciata. Il governo italiano non tolleri questo sfregio e si faccia sentire con parole inequivocabili»

Il palo è ad un passo dalla ringhiera che si affaccia su via Nomentana. «L’ambasciata iraniana a Roma, come ogni altra sede diplomatica, è dotata di telecamere a circuito chiuso. Attualmente, tutti i negozi, gli ospedali e persino le case private dispongono di telecamere a circuito chiuso per mantenere la loro sicurezza. Spero che non venga mai prestata attenzione a queste bugie». Così fanno sapere le fonti dell’ambasciata iraniana a Roma.

«Un simbolo di violenza e intimidazione. L’ambasciatore spieghi. Non possono essere accettati questi messaggi», twitta Simona Malpezzi, senatrice Pd. «Siamo e saremo dalla parte delle donne e dei giovani iraniani che lottano, con coraggio, per la libertà», scrive Mariastella Gelmini, senatrice e portavoce di Azione. «Un gesto intimidatorio e inaccettabile, uno sfregio nei confronti di chi manifesta in favore dei diritti umani – commenta Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia -. Questa installazione, che ho visto personalmente, affaccia su via Nomentana, di fronte al luogo dove in questi mesi hanno manifestato iraniani e iraniane della diaspora chiedendo la fine della repressione. Il messaggio è doppio: di intimidazione, perché con quella telecamera si riprendono i volti di chi manifesta; e di sfregio, perché viene ostentato provocatoriamente uno dei principali strumenti di repressione. Dal gennaio 2022 in Iran sono stati impiccati quasi 900 prigionieri, sette dei quali per aver preso parte alle recenti manifestazioni».