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Roma, chiudono i chioschi di Capocotta: domani sit-in in Campidoglio

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Chiudono i chioschi di Capocotta. Dopo le spiagge libere di Castelporziano un’altra brutta notizia per la stagione balneare del litorale romano: scattano le chiusure dei cinque chioschi di Capocotta, Mecs Village, Porto di Enea, Oasi naturista, Mediterranea e Dar Zagaja. I gestori hanno infatti informato la clientela della chiusura che sarebbe stata comunicata venerdì scorso dagli agenti della municipale.

Chiudono i chioschi di Capocotta

I gestori dei chioschi infatti alla scadenza del bando vinto per la gestione dei punti ristoro sono andati in deroga anno dopo anno, fino alla stagione appena iniziata. Quest’anno però non rientrano nell’ordinanza della stagione balneare e quindi sarebbero senza titolo autorizzativo.

“Siamo sorpresi – dice Claudio Presutti, presidente del consorzio Capocotta a Canale Dieci – perché nessuno ci ha mai preavvertito di quanto stava accadendo. Abbiamo chiesto più volte di essere regolarizzati attraverso un bando pubblico che attendiamo da almeno dieci anni ma le nostre richieste sono cadute nel vuoto. Questa decisione, che poteva essere presa non a stagione balneare iniziata, non solo cancella ogni servizio a disposizione degli utenti ma mette sulla strada decine di lavoratori”.

Dalla tutela delle dune al salvataggio: le spiagge restano senza servizi

Il problema della chiusura dei chioschi non riguarda solo il turismo balneare e il lavoro di tante persone, ma anche la tutela delle dune protette, la mancanza di servizi igienici e di ristoro, la pulizia della spiaggia e il servizio di salvataggio. Proprio oggi informano i gestori sono stati affissi sull’arenile dell’Oasi naturista cartelli che segnalano la mancanza del servizio di salvamento.

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Protesta gestori Capocotta: domani sit-in in Campidoglio

Ecco quindi l’appello dei gestori a partecipare a un sit-in domani martedì 23 maggio alle 13 sotto al Campidoglio “per far sentire la nostra voce ma soprattutto per rivendicare la libertà di ognuno di noi e di chi, come noi ama la libertà: etero, gay, lesbo e chiunque vogliamo essere” scrive su Facebook Dar Zagaja.

E’ partita inoltre la petizione online che in poche ore ha raccolto oltre 1.500 firme. “Senza aver provveduto alla gara per nuovi gestori, peraltro ripetutamente richiesta, e senza aver disposto una qualunque alternativa per garantire i servizi, il Comune di Roma comunica informalmente ai gestori dei chioschi che devono andarsene. Senza alcuna alternativa o progetto” si legge nella petizione per “salvare la nostra Capocotta perché Capocotta è dei romani!”.