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Ragazzina denuncia: “Picchiata se sbagliavo a leggere il Corano”. A processo madre e patrigno

Roma, 17enne rapinato all'Eur dopo una serata in discoteca:
pattuglia dei carabinieri

Frustata perché non recitava bene il Corano e botte se dimenticava il velo islamico. Le violenze denunciate da una ragazzina pakistana residente nella provincia di Viterbo, hanno portato alla luce un contesto familiare in cui viveva vittima degli abusi della madre e del patrigno. E ora i familiari dovranno difendersi al processo nel tribunale di Viterbo dall’accusa di maltrattamenti in famiglia.

Secondo le testimonianze raccolte dopo la denuncia ai carabinieri a cui la ragazzina allora 14enne si è rivolta disperata nell’estate del 2020, la coppia avrebbe usato violenza in diverse occasioni. In aula la giovane riporta il Messaggero ha raccontato quanto accaduto: “Mi picchiavano con un frustino e mi obbligavano a mettere il burqa, per questo ho chiamato i carabinieri e ho denunciato i miei genitori”. La vittima è stata quindi allontanata dalla famiglia e portata in una casa protetta. Ma poi ha deciso di tornare a casa dopo due anni.

In aula ha raccontato nel dettaglio quanto sarebbe accaduto durante un momento delicato della sua crescita, nel quale secondo i parenti avrebbe dovuto iniziare a indossare anche il burqa. Il frustino secondo quanto riportato sarebbe stato usato per picchiarla su braccia e gambe quando sbagliava a leggere i versetti del Corano. Comportamenti che la giovane oggi vede con comprensione “Non volevano farmi violenza: era il loro modo di educare, dettato da motivi religiosi e culturali”. La denuncia comunque non è stata ritirata e la prossima udienza è prevista per il primo febbraio. (eg)