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Gesto choc in un liceo a Roma: Prof taglia una ciocca di capelli a una studentessa iraniana

Un professore ha tagliato a una studentessa di origini iraniane una ciocca di capelli: un gesto che avrebbe dovuto accettare senza problemi in segno di sostegno alla lotta delle donne nel suo paese. L’episodio choc avvenuto in un liceo del centro di Roma e riportato da Repubblica ha sollevato l’indignazione di studenti, politici e dell’associazione presidi. Il docente rischia ora una sanzione disciplinare. La scuola avrebbe già avviato un procedimento disciplinare nei confronti del docente coinvolto nel caso, mentre, riporta l’Adnkronos, l’Ufficio scolastico regionale segue la vicenda.

Secondo quanto riportato il professore si sarebbe avvicinato alla ragazza, di origini iraniane, chiedendole se volesse solidarizzare con le donne e le ragazze in protesta da giorni contro l’uccisione di Mahsa Amini. Avrebbe quindi preso le forbici sul banco per tagliarle una ciocca di capelli. Un gesto che ha lasciato immobile e sconvolta la studentessa mentre alcuni compagni avrebbero riso dell’accaduto.

“E’ gravissimo quanto accaduto” commenta la Rete degli studenti medi. “Pensavamo – aggiungono gli studenti – che gli abusi di potere da parte dei docenti appartenessero ad un’altra epoca. Oggi gli studenti hanno diritti e dignità riconosciuti da leggi e statuti. Non possiamo tollerare che si usi violenza su una studentessa e si rimanga impuniti. Speriamo che gli uffici competenti si attivino al più presto per fare luce su quanto accaduto e si attivino delle procedure adeguate”.

Sul caso sono intervenuti anche Daniele Parrucci, consigliere delegato alle scuole Città metropolitana di Roma (CmR) e Tiziana Biolghini, consigliera delegata Pari opportunità, politica sociale, cultura, Città metropolitana di Roma. “Il gesto arbitrario del docente di un Liceo di Roma – scrivono – è lesivo della dignità e della libertà della studentessa di origine iraniane, che è stata costretta, suo malgrado, a vedersi tagliare una ciocca di capelli dall’insegnante che voleva costringerla a esprimere solidarietà alla donna arrestata nel suo Paese, per non aver indossato il velo. Condanniamo questo gesto perchè priva la ragazza della sua indipendenza di pensiero e di azione, oltre ad averla esposta anche al pubblico ludibrio in classe. Alla violenza non si risponde con altrettanta violenza”. (eg)