“Le autobotti ne portano ottomila di litri” di acqua, “ma non ci sono gli uomini che le guidano“. Così Riccardo Ciofi, il segretario generale Fns Cisl di Roma e Rieti ha spiegato a Repubblica il motivo per cui i vigili del fuoco hanno faticato a domare gli incendi divampati in contemporanea a Roma nella giornata di lunedì.
Mancano uomini e mezzi, ha spiegato Ciofi a repubblica: “Siamo sotto organico di circa 200 unità, su 1300 uomini, 1150 sono effettivamente operativi, gli altri 150 sono dislocati in altre sedi istituzionali. Così non si può mettere in piedi il dispositivo che sarebbe necessario, il risultato è che lunedì a Casalotti, come sul rogo che è divampato all’Enea sull’Anguillarese, i pompieri hanno finito l’acqua”.
Spiega il segretario generale Fns Cisl di Roma e Rieti: “Le autobotti ne portano ottomila di litri ma non ci sono gli uomini che le guidano. Anni fa sono stati rivisti i criteri del concorso per entrare nel Corpo la selezione non è più per mestieri, chi entra magari non ha la patente, non la prende e il risultato che a Roma c’è un deficit di 90 autisti nella pianta organica: si cerca di tamponare l’emergenza richiamando le persone che staccano il turno o facendo guidare i capi squadra”.
“La sofferenza è endemica, noi ce ne rendiamo conto, il dipartimento centrale sembra di no. La responsabilità è politica – conclude Ciofi – Parigi, che è più piccola rispetto a Roma, ha 20 mila pompieri, noi siamo solo 1300″.