Home NOTIZIE CRONACA Caso Cucchi, 8 carabinieri condannati per i depistaggi dopo il pestaggio mortale

Caso Cucchi, 8 carabinieri condannati per i depistaggi dopo il pestaggio mortale

Sono stati tutti condannati gli otto carabinieri accusati di aver depistato le indagini sulla morte di Stefano Cucchi. La verità nascosta da oltre 13 anni, da quando il 31enne venne ucciso a forza di botte in una caserma di Roma mentre era sottoposto a custodia cautelare, è venuta a galla, anche se in molti hanno provato a tenerla nascosta per coprire i responsabili dell’omicidio.

Così ha deciso il tribunale monocratico di Roma, che ha stabilito in primo grado le pene per gli imputati ai quali sono stati contestati i reati di omessa denuncia, favoreggiamento, falso e calunnia. Si va dai 5 anni inflitti al generale Alessandro Casarsa, la pena più alta, ai 4 per l’allora maggiore Luciano Soligo e a Francesco Cavallo. Un anno e tre mesi al colonnello Lorenzo Sabatino, ai tempi comandante del Nucleo operativo di Roma e all’appuntato Francesco Di Sano, in servizio nella caserma di Tor Sapienza quando vi arrivò il 31enne romano.

“Sono sotto shock. Non credevo sarebbe mai arrivato questo giorno. Anni e anni della nostra vita sono stati distrutti, ma oggi ci siamo. E le persone che ne sono state la causa, i responsabili, sono stati condannati”, ha commentato subito dopo la sentenza Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, che mai ha smesso di cercare la verità.

La sentenza di primo grado del tribunale monocratico di Roma arriva cinque giorni più tardi quella della Cassazione, che ha condannato in via definita a 12 anni i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro per omicidio preterintenzionale. “La sentenza odierna riacuisce il profondo dolore dell’Arma per la perdita di una giovane vita. Ai familiari rinnoviamo – ancora una volta – tutta la nostra vicinanza. La sentenza, seppur di primo grado, accerta condotte lontane dai nostri valori e principi“, ha scritto in una nota il Comando generale dell’Arma dei carabinieri.