Una striscia d’asfalto a due corsie. Pochi chilometri che alla periferia di Roma corrono sinuosi in mezzo a campagne, case e qualche attività commerciale con un triste primato: il numero degli incidenti verificatisi in meno di tre anni. Le statistiche dell’infortunistica stradale ne contano oltre 100, la metà senza feriti e uno solo con una vittima deceduta ma il numero degli episodi resta comunque ragguardevole e, ovviamente, allarmante.
Velocità sotto accusa
C’è evidentemente un problema di sicurezza per questo stradone che attraversa l’omonimo quartiere del Municipio III ma gli approfondimenti svolti dal dipartimento di programmazione e attuazione urbanistica di Roma Capitale non hanno sinora rilevato alcuna anomalia a livello di progettazione anche se sotto accusa finisce quasi sempre lo stesso punto: una curva che si trova appena dopo il grande rettilineo e che è divenuta il teatro di numerose carambole con le auto che finiscono di volta in volta fuoristrada, sul marciapiede o sulle piste ciclabili laterali. Sotto accusa, ovviamente, finisce la velocità: i residenti e i ciclisti da tempo denunciano come quella strada sia vissuta da molti come una sorta di circuito di Formula Uno, e non a caso il municipio III è alla ricerca di un valido deterrente agli incidenti… ma sinora con pochi risultati. Non essendo possibile installare dossi o altri dissuasori, le uniche possibilità sembrano le bande sonore e le sanzioni: ma anche l’installazione di un semplicissimo autovelox laddove le auto continuano a ribaltarsi, nonostante il limite a 30 km orari, sembra impresa troppo complicata per la bucrocrazia, nonostante dal 2019 siano già stati interessati l’allora sindaca Raggi e il prefetto.
