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Caro carburanti, i pescherecci del litorale non escono in mare: a rischio il pesce fresco

Game over per la pesca. In senso metaforico, ma non per questo meno dannose, il settore è in balìa delle acque agitate e del vento di burrasca che proviene dall’est Europa. La delicata situazione internazionale e il caro carburanti fanno sentire infatti il loro peso, e così a rischiare di essere inghiottiti sono i pescatori. Il costo del gasolio schizzato alle stelle costringe ormai i pescherecci a restare in porto: troppo esiguo sarebbe il guadagno, e in alcuni casi, si va addirittura in perdita con il carburante a sfiorare i 2 euro a litro. La decisione di non andare in mare è stata presa, a partire da questa notte i pescherecci delle marinerie italiane si asterranno dall’attività, come stabilito nel corso dell’assemblea avvenuta a Civitanova Marche. Uno sciopero generale dettato dalla situazione ormai economicamente insostenibile. Anche nel Lazio il problema è molto sentito: ad Anzio sui percherecci fermi in porto sono comparsi cartelloni e messaggi di protesta di un settore ormai con l’acqua alla gola. Con il fermo alle attività, la richiesta è quella di ottenere sostegni dallo Stato, inserendo il comparto della pesca fra i settori da salvaguardare in un prossimo decreto.