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Orti urbani, nella capitale richieste a pioggia ma liste d’attesa lunghe

E’ una sorta di ritorno alle origini, il richiamo della terra che si fa risentire complice la straordinarietà dell’epoca segnata dal Covid. Succede che a Roma esplode definitivamente la febbre dell’orto, una tendenza già presente nella scorsa primavera ma che quest’anno fa registrare un vero e proprio boom. A testimoniarlo la pioggia di richieste di iscrizione, nella Capitale, per partecipare all’iniziativa degli Orti urbani: dal primo lockdown, infatti, le domande dei romani per ottenere un piccolo pezzo di terra da coltivare sono cresciute in modo vertiginoso, almeno del 30% rispetto ai tempi precedenti. Inevitabile allora che crescano di pari passo anche le liste d’attesa e le difficoltà per accontentare tutti i nuovi hobbisti dell’agricoltura. Un vero e proprio regolamento, infatti, ancora non è stato dettato dal Comune e così l’intero sistema, già molto diffuso sul territorio, è affidato per la maggior parte ad un’organizzazione di tipo spontaneo.
“La possibilità di stare all’aria aperta durante il lockdown – ha osservato Andrea Messori della Rete Orti in Comune. – ha spinto tanti ad interessarsi all’iniziativa. La metà delle nuove richieste proviene da ragazzi con età compresa tra i 20 ed i 30 anni”. Una nuova tendenza, quindi, quella dei giovani che spinti forse dal bisogno di fruire nuovi spazi di socialità, hanno l’occasione di riallacciare il legame con una tradizione agricola mai del tutto dimenticata a Roma.