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Brozzi a SportPaper TV: “La Roma di oggi è la Roma di De Rossi. Abraham è un ritorno importante”

Le parole dell'ex medico sportivo a SportPaper TV su Radio Roma Television.

Brozzi: “De Rossi ha le carte in regola per essere un grande allenatore”

Mario Brozzi, ex medico della Roma, intervistato, in esclusiva, ai microfoni di SportPaper TV su Radio Roma Television. Di seguito le sue parole:

Finalmente la Roma vince un derby, come lo hai vissuto questa volta?

“Con grande trasporto. Io sono molto legato a Daniele De Rossi. L’ho visto praticamente nascere; la mia prima squadra era guidata da Alberto, il papà di Daniele. Ho visto la sua crescita. Inizialmente suo padre lo lasciava in panchina, poi, verso i 17 anni, è maturato. La sua è stata una crescita costante e continua, arrivando sino alla vittoria di un campionato del mondo, apice della carriera di qualsiasi calciatore. Lui si è costruito piano piano, mi ricorda Vincenzo Montella su questo, a parte il bagno acido nella SPAL, dove ha iniziato in maniera stentata. Ha avuto grandi insegnanti, essendo cresciuto all’ombra di Fabio Capello, di Luciano Spalletti, e ha tutte le carte in regola per essere un buon allenatore, cosa che è già adesso. Per diventare un tecnico di prima fascia dovrà metterci del suo, non gli manca nulla. La mia partecipazione era più che altro per Daniele. Nella Roma di oggi è il mio contatto affettivo più forte; la sua gioia finale esprimeva esattamente quello che è lo spirito di un grande temperamento interiore.” 

De Rossi è arrivato in modo inatteso, raccogliendo una grande eredità, quella di José Mourinho, crede che la scelta dei Friedkin sia stata una scelta astuta per evitare una possibile contestazione legata all’addio del portoghese. Chi ne ha beneficiato è stato senza dubbio Lorenzo Pellegrini, che ha ereditato una fascia pesantissima, che sembra essere tornato un calciatore nuovo. Un suo pensiero.

“C’è un lavoro dietro. Negli ultimi tempi l’ho visto intristito. Il calcio è un gioco di divertimento. Mazzone prima della partita diceva: “Ahia, questi non ridono. Oggi si mette male”. Per cui, l’atleta, di fatto, deve essere positivo per poter fare un passo avanti. Negli ultimi tempi, con Mourinho, lo vedevo triste in campo. Daniele l’ha cambiato, è l’ago stabilizzatore della bilancia. Scegliere lui è stata una mossa intelligente. Si sta dimostrando un tecnico validissimo; ha uno staff di primordine, valore importantissimo. Anche suo padre era un grande allenatore e il fattore genetico non è da trascurare. C’erano tutte le premesse per far bene. La Roma di oggi è la Roma di De Rossi: una squadra che sa soffrire, nel calcio funziona l’1-0.”

Il Milan, prossimo avversario della Roma, è in ripresa. Cosa ne pensi?

“Criticare Pioli è un’impresa titanica. Conosco Stefano, è un grande professionista. In tutti questi anni ha dimostrato di dare la propria impronta a questa squadra. Al Milan, dopo il lockdown siamo diventati delle belve feroce. Oggi è dietro l’Inter, che è una squadra superiore. Sono molto curioso di vedere Roma-Milan. Hanno caratteristiche diverse. Sarà una bella partita. Naturalmente, vince chi merita.”

Abraham sta tornando e gli infortuni ripetuti di Dybala. C’è qualcosa che lo staff sbaglia in fase di preparazione o alcuni calciatori sono predisposti in modo maggiore all’infortunio?

“Il lavoro che si fa su questi ragazzi è ad personam: in base al carico, al minutaggio; c’è un’opera minuziosa dietro ciascuno di loro. L’infortunio è un evento imprevedibile, che coglie l’atleta anche in uno stato di benessere. Nella mia carriera nulla è stato presagio di questo tipo di problemi. La storia clinica è l’unica cosa che sta dalla parte dell’infortunio, ci sono giocatori predisposti a problemi personale. Lo staff medico della Roma è composto da grandi professionisti. La cosa che mi stupisce è la statistica. Sono eventi che capitano al Milan, alla Roma, e non si possono determinare. Nel rush finale disporre di un calciatore come Abraham è importante.”

Un aneddoto divertente che porti nel cuore.

“Riguarda due persone a cui sono particolarmente legato: Giorgio Rossi e Fabio Capello. Stavamo per giocare contro il Palermo, in casa loro, e c’era un clima infuocato. Negli ultimi istanti prima della partita, d’improvviso, nel silenzio liturgico dello spogliatoio, si sente squillare un telefono. Non immaginate la reazione di Capello che ha cominciato a urlare, fino alla risposta del colpevole, ovvero Giorgio Rossi. Fabio Capello aveva un grande amore nei suoi confronti. Giorgio Rossi, uomo di grande eleganza, era un padre per me e per i calciatori. Tuttavia, come da tradizione, quando si riprendevano gli allenamenti, poi, c’era da offrire la pizza a tutta la squadra e Capello propose a Giorgio di pagare pegno. Lui rispose: “Mister, però sarebbe giusto che la pagasse quel cornuto che m’ha chiamato”, e allora Capello gli abbonò la pizza e non se ne fece nulla.”