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Brancaleone, il corteo contro la chiusura

In piazza per salvare il Brancaleone. Lo storico centro sociale della Capitale rischia di chiudere per problemi amministrativi, ma sono in tanti che vogliono scongiurare i lucchetti al locale di Montesacro. E proprio nel quartiere del terzo municipio si sono ritrovate ieri centinaia di persone.

Lo slogan è chiaro “il Brancaleone non deve chiudere”. Il locale aveva aperto ai primi anni ’90 con un accordo di concessione con il Comune. Poi sono arrivati i primi guai; prima lo sgombero con conseguente riapertura nel 2019, ora il rischio di una chiusura permanente.

Brancaleone, anche l’Anpi in piazza

Tra i manifestanti che si sono ritrovati nella serata di ieri a Montesacro, anche i partigiani dell’Anpi: “La sezione Anpi Orlando Orlandi Posti del III Municipio ha la sua casa negli spazi del centro sociale Brancaleone da quando è nata ormai più di 15 anni fa. Siamo costantemente al lavoro per rinnovar e la memoria della Resistenza nei quartieri di Montesacro, Tufello e Val Melaina, e costruire la casa comune di tutte le antifasciste e di tutti gli antifascisti”.

E ancora: “La sede Anpi è solo uno dei tanti pezzi di un puzzle ricco e variegato, un patrimonio che non può e non deve essere cancellato e disperso. Per questo anche la nostra associazione fa appello affinché le istituzioni trovino una soluzione che garantisca la continuità di questa straordinaria esperienza di cui siamo partecipi”.

Molti anche gli artisti che si sono espressi contro la chiusura del Brancaleone: da Zercalcare a Mastrandrea, passando per Noyz Narcos, Achille Lauro e molti altri. Un gruppo di artisti, pochi giorni fa, ha inviato una lettera indirizzata al Campidoglio.

Si legge nella missiva: “Ancora una volta la politica, a tutti i livelli, fatica ad assumersi la responsabilità di riconoscere, e tutelare, l’esperienza degli spazi sociali e culturali nati dal basso. Se non ci fossero stati questi luoghi liberati la maggior parte di noi oggi non farebbe questo mestiere: è qui che abbiamo provato, ci siamo esibiti per la prima volta, qualcuno ci ha dato un palco, una saletta, un luogo dove esprimerci. Non solo il Brancaleone: Roma rischia di perdere un altro hub di cultura e diritti come SpinTime, e addirittura un luogo istituzionale come Officine Pasolini. Questo mentre un nuovo movimento di lavoratori dello spettacolo e artisti è nato attorno al futuro di Teatro di Roma. La politica non riesce a sperimentare, ad osare, a essere un argine ad una città che si spegne invece di accendersi. Il Brancaleone è un pezzo della storia culturale e sociale di Roma: un luogo, che dentro una vivacità radicale propria dei movimenti che hanno animato la lunga esperienza dei centri sociali, ha rappresentato l’avanguardia della sperimentazione musicale e culturale romana e internazionale. Oggi in questo spazio, rigenerato dopo anni di chiusura forzata, vive una nuova comunità giovanissima, che continua a prendersi cura di questo luogo aprendolo alla città”.