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Nuova speranza contro il tumore al polmone: un farmaco ne rallenta la crescita

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Un gruppo di ricerca internazionale, capitanato dall’Istituto di Tecnologie Biomediche del CNR di Pisa, ha annunciato una scoperta rivoluzionaria nel campo della lotta contro il tumore al polmone. Lo studio ha portato alla luce l’efficacia dell’Unesbulin, un farmaco dimostratosi promettente per contrastare la crescita tumorale. Pubblicato sulla rivista Cancer Research Communications, il lavoro evidenzia la capacità di questo medicinale nel modificare il microambiente tumorale, una scoperta che potrebbe aprire nuove prospettive terapeutiche per i pazienti affetti da questa patologia.

Unesbulin, il farmaco che rallenta la crescita del tumore al polmone

Utilizzando metodologie all’avanguardia, tra cui la trascrittomica ad alta risoluzione e tecniche di imaging, il team di ricerca ha dimostrato che l’Unesbulin è in grado di interferire con le interazioni tra le cellule tumorali e quelle circostanti.

Questa azione è fondamentale per la crescita del tumore. In particolare, il farmaco agisce inibendo BMI1, un oncogene coinvolto nei tumori polmonari, e interrompe la comunicazione tra le cellule tumorali e quelle dell’ambiente circostante.

Come agisce l’Unesbulin

“Il nostro studio si è focalizzato su modelli animali affetti da tumore al polmone portatore di mutazioni del gene EGFR, che si riscontrano in circa il 10-15% dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), il tipo più comune di cancro al polmone” ha spiegato Elena Levantini (Cnr-Itb), ricercatrice che coordina il Laboratorio di oncologia molecolare dell’Istituto, a Pisa.

“Tali mutazioni rendono le cellule tumorali più sensibili a una classe di farmaci chiamati inibitori della tirosina chinasi (TKI) dell’EGFR, che bloccano l’attività del recettore mutato. Tuttavia, tali i farmaci non funzionano bene in tutti i pazienti, e molti sviluppano resistenza farmacologica nel tempo, necessitando di identificare nuove terapie farmacologiche”.

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Il Cnr di Pisa ha partecipato allo studio internazionale sul farmaco Unesbulin

Il farmaco interrompe la crescita del cancro

“Abbiamo scoperto che, oltre ad aver ridotto il numero delle cellule tumorali, l’Unesbulin ha avuto un profondo impatto sul microambiente tumorale, fattore chiave per la progressione del tumore e la risposta alla terapia” ha aggiunto Giorgia Maroni (Cnr-Itb)

“Ha, infatti, interrotto la comunicazione tra le cellule tumorali e le cellule dell’ambiente tumorale che supportano la crescita e la sopravvivenza del tumore fornendo ad esso sostanze nutritive. Il farmaco ha interferito con la loro funzione e ne ha ridotto la quantità: di conseguenza, i tumori trattati con Unesbulin erano più piccoli di quelli non trattati. La riduzione della crescita del tumore è stata evidenziata da esami di risonanza magnetica”.

Le tecniche di ricerca alla base della scoperta

Lo studio, guidato da Elena Levantini e con Giorgia Maroni come prima autrice, entrambe ricercatrici del Cnr-Itb, ha evidenziato l’importanza di un approccio integrato allo studio del tumore, che combina tecniche di trascrittomica unicellulare e imaging MRI.

Questo approccio multidisciplinare ha permesso ai ricercatori di comprendere meglio la complessità e la dinamica del tumore in risposta al trattamento.

Hanno partecipato alla ricerca istituzioni di rilievo come l’Università di Pisa, con il Dipartimento di ricerca traslazionale e nuove tecnologie in medicina e chirurgia, e la Scuola Normale Superiore di Pisa, con il laboratorio NEST e il team bioinformatico del Cnr-Itb, guidato da Ivan Merelli e Roberta Alfieri, che ha eseguito l’analisi di sequenziamento dell’RNA di singole cellule.