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Emergenza case-rifugio a Roma: mancanza di posti per vittime di violenza

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immagine di repertorio

A Roma la carenza di posti nelle caserifugio per vittime di violenza mette a rischio la sicurezza delle donne maltrattate. Solo 5 strutture offrono rifugio a circa 50 donne e i loro figli, dati lontani dagli standard stabiliti dalla Convenzione di Istanbul. La situazione è critica, con una popolazione di quasi 3 milioni che richiederebbe almeno 300 posti letto. Tuttavia, numeri simili sono lontani dalla realtà, e molte donne sono costrette a rimanere in situazioni pericolose in attesa di un alloggio sicuro.

Standard mancanti sulle case-rifugio per le vittime di violenza

La mancanza di posti letto nelle case-rifugio a Roma viola gli standard internazionali, mettendo a repentaglio la sicurezza delle vittime di violenza di genere.

Secondo la Convenzione di Istanbul, dovrebbe esserci un posto letto ogni 10.000 abitanti, ma a Roma la situazione è ben al di sotto di questo standard.

Con soli 5 rifugi che offrono approssimativamente 50 posti letto, la città è gravemente sotto-equipaggiata per affrontare la situazione.

La situazione delle case-rifugio a Roma

Le donne che subiscono violenze domestiche a Roma si trovano spesso senza un luogo sicuro in cui rifugiarsi. Le poche case-rifugio esistenti sono costantemente piene, costringendo molte vittime a cercare soluzioni alternative.

La cooperativa BeFree, insieme ad altre organizzazioni, ha evidenziato la difficoltà nel soddisfare la domanda. “La nostra struttura è la più grande di Roma e offre 12 posti letto. È costantemente piena” ha osservato la presidente Oria Gargano.

“Spesso abbiamo dovuto dire alla polizia e ai carabinieri che ci chiedevano un alloggio urgente che non avevamo posto. Organizziamo anche le liste di attesa per cercare di aiutare tutti, ma la richiesta è di gran lunga superiore alle disponibilità. Cerchiamo di soccombere al problema ospitando le donne in nostre strutture che si trovano in Abruzzo e in Molise o trasferendo le vittime nei centri antiviolenza, ma i centri non sono strutture adatte come lo sono le case rifugio perché non offrono lo stesso tipo di assistenza”.