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Sul palco di Sanremo le parole sono sempre le protagoniste (VIDEO)

Le parole generano reazioni, riflessioni, indignazione e tanto altro, soprattutto se vengono pronunciate da un palco come quello dell’Ariston

Nella puntata di A Casa di Amici del 15 febbraio si è affrontato un tema delicato: l’uso delle parole a seguito del messaggio di “Stop al genocidio” di Ghali dopo la sua esibizione. Le parole generano reazioni, riflessioni, indignazione, approvazione e tanto altro, soprattutto se vengono pronunciate da un palco come quello dell’Ariston di Sanremo che vede spettatori sia in Italia che all’estero.

In quel luogo, che è esattamente il luogo da cui prende il via la cosiddetta “Settimana Santa”, tutto è sotto i riflettori, dalle canzoni in gara agli abiti degli artisti, dalla scelta degli ospiti fino alle conferenze stampa. E anche le parole, come sempre, sono importanti soprattutto in uno degli appuntamenti più attesi dell’anno che ha chiuso con un 74,1% di share.

Finite le esibizioni, nelle varie serate quasi tutti gli artisti hanno lanciato un messaggio più o meno legato alla canzone con cui erano in gara. Dargen D’Amico, ad esempio, dopo la sua “Onda Alta” – canzone che parla di guerra e della tragedia dei migranti in mare – ha chiesto a gran voce di fermare la guerra in Medio Oriente.
Il messaggio che, però, ha fatto più scalpore è stato lo “STOP AL GENOCIDIO” pronunciato durante la finalissima da Ghali. La canzone “Casa mia” gli è valsa la quarta posizione ed è un dialogo tra l’artista e un alieno che arriva sul pianeta Terra e chiede conto di quanto vede, tra bellezze e contraddizioni.

Nel programma Domenica In il giornalista Luca Dondoni ha chiesto all’artista di commentare queste parole scritte su X dall’ambasciatore israeliano: “Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile. Nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival. Altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi insieme ad altre decine di ostaggi israeliani. Il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere loro solidarietà. È un peccato che questo non sia accaduto.”

Ghali, dispiaciuto, risponde che non è dal 7 ottobre che parla nelle sue canzoni di temi forti come questo e “il fatto che l’ambasciatore abbia parlato così non fa altro che alimentare la politica del terrore. La gente ha paura di dire stop alla guerra, stop al genocidio. Stiamo vivendo un momento in cui le persone sentono che vanno a perdere qualcosa se dicono viva la pace.”

La paura di utilizzare alcune parole

Da una parte c’è il coraggio dell’artista di parlare di temi delicati come nel caso di Ghali o di Dargen D’Amico, dall’altra c’è un fattore che non va sottovalutato: la paura di ascoltare espressioni forti come quelle usate durante Sanremo perché significa che, per quanto dure siano, esistono ancora tematiche da affrontare come la guerra, la fame, la povertà. Il palco dell’Ariston vede da sempre le parole come delle vere e proprie protagoniste, sia nelle dichiarazioni che nelle canzoni. Quando si sceglie di dire una cosa, alla fine dei conti, si sceglie anche di sentirne addosso le ripercussioni – che potrebbero essere diverse dalle proprie aspettative – ma questo è così al di là del fatto che si stia parlando di un artista o meno.

L’artista spesso ha dei “tempi televisivi” o “tempi di una canzone” per esprimere il proprio pensiero o per lanciare un messaggio, ma d’altronde dietro c’è pur sempre una persona che, dotandosi dell’enorme capacità di accostare al meglio le parole all’interno della canzone, vuole uscire dal suo prodotto e dire un qualcosa in più. Tutte le dichiarazioni hanno in parte generato qualcosa in noi, che sia una riflessione o un rifiuto, ma alla base hanno avuto l’intenzione di affrontare un tema – qualsiasi esso sia – rapportato alla condizione dei giorni nostri. Di temi ce ne sono stati tanti – l’amore, il riscatto, la rinascita, i diritti, il lavoro, l’immigrazione, la guerra, la pace – e ne sono rimasti fuori tanti altri, ma Sanremo è Sanremo e riserva sempre spettacolo e gossip di cui, però, nei giorni successivi si continua a parlare.

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