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A Roma la mostra “Architetture inabitabili”, dal Gazometro alla Torre Branca 150 fotografie esposte alla Centrale Montemartini

A Roma la mostra
il Gazometro di Roma - mostra fotografica "Architetture inabitabili"

Ci sono dei luoghi “inabitabili” che non possono essere “vissuti” ma che caratterizzano lo spazio, un quartiere e diventano simboli iconici di serie tv e film. Come il Gazometro di Roma chiamato il Colosseo industriale che è stato utilizzato come sfondo da Pasolini per Accattone e da Özpetek per Le fate ignoranti.

A Roma la mostra “Architetture inabitabili”

Un gigante di ferro visibile anche dalla Centrale Montemartini, che fino al prossimo 5 maggio ospita “Architetture inabitabili”, la mostra di fotografie che illustra esempi di architetture inabitabili distribuiti su tutto il territorio nazionale attraverso una scelta di immagini che li ritraggono per tipologia, destinazione d’uso ed epoca di costruzione.

150 fotografie esposte alla Centrale Montemartini

Un nuovo punto di vista sull’architettura, per scoprire una concezione diversa da quella comunemente legata alla funzionalità abitativa. In 150 fotografie, alcune di carattere documentario e altre autoriali, l’esposizione mostra otto esempi distribuiti su tutto il territorio nazionale.

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Le immagini storiche dell’Archivio Luce e di altri archivi, insieme alle foto di grandi autori italiani – come Gianni Berengo Gardin, Guido Guidi, Marzia Migliora, Gianni Leone e molti altri – ed internazionali – Mark Power, Sekiya Masaaki, Steve McCurry – si affiancano a quelle appositamente realizzate per la mostra da Francesco Jodice e  Silvia Camporesi.

Dal Gazometro alla Torre Branca, otto esempi di Architetture Inabitabili

Le Architetture Inabitabili raccontate dalla mostra sono:

  • il Gazometro di Roma, che emerge come un moderno Colosseo, presenza iconica nei film e nelle serie TV degli ultimi anni e visibile pure dalla Centrale Montemartini, che ospita la mostra e che offre al visitatore un suggestivo confronto tra l’architettura e il mondo circostante;
  • il Memoriale Brion ad Altivole, un complesso architettonico progettato dall’architetto Carlo Scarpa e concepito come luogo di sepoltura per la famiglia Brion;
  • il campanile semisommerso di Curon, situato nel lago di Resia in Trentino-Alto Adige, affascinante struttura romanica completamente trasformata dalla costruzione di una diga che portò alla creazione del lago per scopi idroelettrici, sommergendo il paese (che venne distrutto), e lasciando emergere così solo la torre campanaria;
  • il Cretto di Gibellina, installazione commemorativa dell’artista Alberto Burri, un grande sudario di cemento bianco che ingloba le macerie della città di Gibellina, distrutta nel terremoto del Belice del 1968;
  • il Lingotto di Torino, storico e famosissimo complesso architettonico, progettato da Giacomo Matté Trucco, che un tempo ospitava la fabbrica della FIAT, divenendo simbolo della storia industriale della città;
  • gli Ex Seccatoi di Città di Castello, che nel 1966 ospitarono i libri alluvionati di Firenze; perduta definitivamente la loro funzione originaria con l’abbandono della coltura del tabacco negli anni ‘70, dal 1990 ospitano gli ultimi grandi cicli pittorici di Alberto Burri;
  • la Torre Branca, originariamente torre littoria, progettata da Giò Ponti, concepita come una struttura temporanea per la Triennale del 1933, caratterizzata da una struttura a traliccio in acciaio e dotata di ascensore che permette ai visitatori di raggiungere la cima e godere di una vista panoramica su Milano;
  • i Palmenti di Pietragalla, testimonianza dell’ingegno dei vignaiuoli locali, un’architettura rupestre in pietra formata da oltre duecento costruzioni disposte su diverse quote, un tempo utilizzate come laboratori per la produzione del vino, che creano un impatto paesaggistico notevole, evocando atmosfere fiabesche.