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Roma, alle Terme di Diocleziano la mostra “Dacia. L’ultima frontiera della romanità”

Roma, alle Terme di Diocleziano la mostra
la locandina della mostra "Dacia. L’ultima frontiera della romanità"

Dal serpente Glykon da Tomis che guarisce dalle epidemie al magnifico elmo d’oro di Cotofeneşti, sono oltre 1000 le opere provenienti da 47 musei della Romania esposte per la prima volta in Italia. E’ la mostra “Dacia. L’ultima frontiera della Romanità” visitabile fino al 21 aprile 2024 che il Museo Nazionale Romano ospita nelle Aule delle Terme di Diocleziano a Roma.

“Dacia. L’ultima frontiera della Romanità”, è la più grande e prestigiosa esposizione di reperti archeologici organizzata dalla Romania all’estero negli ultimi decenni, per ripercorrere lo sviluppo storico e culturale del proprio territorio nell’arco di oltre millecinquecento anni, dall’VIII sec. a.C. all’VIII sec. d.C.

Roma, alle Terme di Diocleziano la mostra “Dacia. L’ultima frontiera della romanità”: mille opere esposte per la prima volta in Italia

Circa mille gli oggetti provenienti da 47 musei rumeni, oltre che dal Museo Nazionale di Storia della Repubblica di Moldova per la prima volta esposti accanto ad alcuni reperti del Museo Nazionale Romano.

L’esposizione mette insieme importanti reperti – come il Serpente Glykon da Tomis, raffigurazione in marmo di un ‘demone buono’ che guarisce dalle epidemie; il magnifico elmo d’oro di Cotofeneşti di manifattura tracia, con varie scene di sacrificio.

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E ancora l’elmo celtico di bronzo da Ciumeşti, col sorprendente cimiero a forma di aquila; il tesoro gotico di Pietroasele del IV secolo d.C. – per seguire l’evoluzione storica dell’attuale Romania e raccontare i numerosi contatti e scambi avvenuti grazie all’abbondanza di risorse del territorio e alla posizione privilegiata tra l’Europa e l’Asia.

Quattro sezioni

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un particolare dell’allestimento della mostra “Dacia. L’ultima frontiera della romanità” nelle Aule delle Terme di Diocleziano

Tema della mostra, divisa in quattro sezioni, è la costruzione della Romanità. La prima sezione è dedicata alla Dacia romana e illustra la conquista del territorio all’epoca dell’imperatore Traiano (101-106 d.C.), evidenziando lo stretto legame e le analogie tra i reperti provenienti dai musei rumeni e quelli del Museo Nazionale Romano.

La seconda sezione racconta la formazione della cultura dacica nell’età del Ferro con l’influsso dei Traci, degli Sciti e dei Greci delle colonie sul Mar Nero, e la terza sezione illustra il confronto tra civiltà urbane mediterranee e civiltà tribali e nomadi continentali e l’inserimento della Dacia nelle reti culturali ellenistiche mediterranee, dell’epoca di Alessandro Magno, e continentali, con nuove popolazioni centro europee quali i Celti, i Geto-Traci, i Bastarni di origine germanica. È il momento in cui Roma, a partire dalla conquista della Macedonia (con la battaglia di Pidna nel 168 a.C.), comincia ad avere un peso politico sulla regione.

La quarta sezione si concentra sull’epoca della dissoluzione dell’Impero, con le difficoltà a mantenere sicuri i confini, le mescolanze di genti e l’emergenza di popoli come gli Unni, mentre il potere di Roma si sposta a Oriente con Bisanzio.