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Flash mob in Campidoglio con la maschera di Lucha y Siesta: “Esperienza che non possiamo perdere”

Flash mob in piazza del Campidoglio oggi a Roma per sostenere l’attività di Lucha y Siesta la Casa delle donne a cui la Regione Lazio ha revocato la convenzione.

Flash mob in Campidoglio con la maschera di Lucha y Siesta

Le attiviste con indosso la maschera di Lucha y Siesta hanno portato davanti a palazzo Senatorio delle panchine rosse di cartone, riconsegnate simbolicamente “per affermare che non siamo disposte ad accontentarci di parole e di promesse perennemente disattese” e “ribadire che Lucha y Siesta è un’esperienza indispensabile per questa città e che non possiamo permetterci di perderla”.

Flash mob in Campidoglio con la maschera di Lucha y Siesta: "Esperienza che non possiamo perdere"
un momento del flash mob in Campidoglio – immagine pagina Facebook Non una di Meno Roma

Femminicidi: 103 persone uccise quest’anno in Italia. Manifestazione nazionale 25 novembre al Circo Massimo

E proprio nel giorno in cui sono stati diffusi i dati sui femminicidi “103 il numero delle persone che solo quest’anno in Italia sono state uccise dalla violenza patriarcale”, il movimento femminista Non una di meno lancia la manifestazione nazionale del 25 novembre a Messina e a Roma (Circo Massimo ore 14:30).

“Salvaguardare progetto Lucha, non è un servizio da mettere a bando”

“A oltre 100 femminicidi in meno di un anno e a ridosso del 25 novembre – spiegano le attiviste – pretendiamo che il generoso impegno della giunta Gualtieri a sostegno di Lucha y Siesta, emerso nell’assemblea pubblica alla Casa Internazionale delle Donne ieri sera, si traduca nell’atto concreto del ritiro della costituzione di parte civile di Atac e nella salvaguardia della complessità del progetto Lucha. Un progetto tanto complesso da non poter essere ridotto a mero servizio da mettere a bando, come vorrebbe fare la destra di Rocca”.

“Le panchine rosse non ci bastano”

“Oggi vogliamo dire a questo governo e a queste istituzioni locali che le panchine rosse non ci bastano. Che l’approccio repressivo alla violenza non basta, perché non agisce sulla radice del problema ma solo sul sintomo. Perché – spiegano le attiviste di Non una di meno Roma – la violenza non è un fenomeno emergenziale, è figlia del patriarcato, è strutturale e come tale va combattuta con interventi strutturali e sistemici: prevenzione, educazione sessuo affettiva nelle scuole, fondi ai servizi sociali, ai centri antiviolenza, politiche abitative e supporto reale alle donne e alle persone LGBTQ+ che scelgono percorsi di fuoriuscita dalla violenza”.