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In quale città si guadagna di più? Roma al sesto posto: la classifica

In quale città italiana si guadagna di più? Una domanda frequente soprattutto per chi è in cerca di un’occupazione o vuole cambiare lavoro per guadagnare di più. In quale città conviene trasferirsi per guadagnare di più? Roma è una buona soluzione, ma non la migliore. A dirlo sono i dati forniti dalla Cisl Lazio.

Quanto si guadagna a Roma

Dove di guadagna di più

Con 22.971 euro di retribuzione media Roma è la sesta provincia in Italia, superata da Milano (124 euro), Bolzano (104,8), Parma (103,8). E nel Lazio? A Roma è di 101,31 euro e una retribuzione media annua come detto di 22.971. A Frosinone, 58 esima posizione, la retribuzione media giornaliera è di 80,80 euro e 18.576 euro la retribuzione media annua. Emerge anche un altro dato, cioè che nel gli occupati non regolari sono stimati in 384.300 unità (14,3% il tasso di irregolarità).

Quanto si guadagna nel Lazio

La Cisl Lazio fornisce un quadro completo dei guadagni delle province del Lazio: in 66 esima posizione c’è Latina, con 79,08 euro giornaliere e 17.736 euro. A Rieti, 74 esima posizione, la retribuzione è di 76,10 euro giornaliere e 16.267 euro l’anno. A Viterbo, 86 esima in Italia la retribuzione media è di 16.409 euro.

Il commento della Cisl Lazio

A fronte di questi dati, la Cisl Lazio – attraverso le parole del Segretario Generale Enrico Coppotelli, ha commentato: “Dobbiamo chiederci quale sia il compito del sindacato. Quello del confronto finalizzato a ottenere buoni accordi che abbiano come obiettivo quello di migliorare le condizioni di lavoratori e pensionati. Guardando in prospettiva. Per questo motivo, con orgoglio e determinazione, ribadiamo la nostra disponibilità a confrontarci con la Giunta regionale guidata da Francesco Rocca”.

Scrive ancora Cisl Lazio: “Abbiamo appreso che altre organizzazioni sindacali hanno seguito la linea della Cisl con la sottoscrizione dell’accordo sulla riduzione della pressione fiscale. Un accordo di natura sindacale che abbiamo preso in considerazione perché punta a ridurre la pressione fiscale, avendo come priorità i redditi più bassi. Con lo sguardo rivolto al 2024 da subito e alla diminuzione dell’addizionale Irpef. Gli obiettivi andranno verificati e discussi continuamente sui tavoli che verranno convocati a gennaio, marzo e aprile. In quei contesti si stabiliranno le somme che verranno impegnate concretamente, nell’ambito di un percorso fatto di verifiche, valutazioni e confronti sindacali”.

Conclude: “Tante, anzi troppe famiglie residenti nel Lazio sono schiacciate da una pressione fiscale che limita la capacità di spesa e quindi la qualità della vita. Il punto di approdo finale di questa stagione di confronto è quello di rendere strutturale la riduzione della pressione fiscale. E nel momento in cui altre organizzazioni sindacali hanno seguito il nostro stesso percorso è importante ribadire che la Cisl Lazio è stata assolutamente coerente con il confronto avviato già a marzo con l’assessore regionale Righini. Già allora avevamo messo in chiaro che era fondamentale arrivare a definire tempi, modalità e obiettivi per garantire una riduzione della pressione fiscale a carico dei redditi più bassi. Abbiamo apprezzato il metodo della chiarezza e del confronto. Va ribadito con nettezza, senza se e senza ma, che questo è il momento dell’assunzione di responsabilità, non della polemica sterile. L’orizzonte è stato definito e da gennaio inizieremo ad entrare nei dettagli di questo importante Piano. Coerenza, confronto, determinazione e impegno: i parametri sono questi. La nostra linea era giusta: lo dimostra il fatto che altre importanti realtà sindacali sono venute sulle stesse posizioni”.