Condanna a 23 anni di carcere per S. G., il 28enne di origini armene accusato di aver pugnalato e ucciso a Roma in zona San Giovanni nel giugno 2021 il suo ex datore di lavoro un cittadino iracheno di nome Khaled Bilal Ahmed. La decisione è stata presa dai giudici della Terza Corte d’Assise di Roma che hanno condannato il 28enne a 23 anni.
Il licenziamento e l’omicidio
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, la vittima, titolare di un autolavaggio, aveva scoperto degli ammanchi, una decina di euro, dai conti dell’attività. Accusando della cosa l’imputato, dipendente dell’attività, che era stato quindi licenziato.
I due si erano poi incontrati in piazzale Appio dove la sera del 22 giugno 2021 l’uomo è stato trovato dai passanti riverso a terra in un lago di sangue e con un coltello conficcato sulla schiena.
A condurre le indagini dopo l’omicidio sono stati i poliziotti della Squadra Mobile che sono subito risaliti all’assassino grazie ai filmati di alcune telecamere di videosorveglianza.
Il killer incastrato dalle immagini delle telecamere
Nelle immagini si vedevano due persone discutere sul marciapiede che fa angolo con via Taranto. Non sembrava neppure una lite animata, eppure improvvisamente ecco l’assassino tirare fuori il coltello e sferrare i fendenti contro l’iracheno colpito anche alla gola.
Attraverso il sistema afis in uso alla Polizia di Stato è stata quindi trovata una corrispondenza tra la fisionomia del killer e la fotografia di uno degli impiegati dell’autolavaggio.
E’ scattata quindi una caccia all’uomo che ha portato a rintracciare il cellulare dell’uomo nei vari spostamenti: da Rocca di Papa a Ciampino fino alla stazione Termini, dove è salito su un treno diretto verso Napoli dove ha trovato ad attenderlo la polizia.