
Un furto alla cassa dell’autolavaggio e il sospetto che pendeva su un dipendente, quel ragazzo armeno che continuava però a negare e perciò era stato licenziato. Una questione di soldi insomma quella che ha portato il giovane S.G. ad uccidere a coltellate martedì sera a San Giovanni Bilal Khaled Ahmed il suo ex datore di lavoro.
Indagine lampo della squadra mobile di Roma che in 24 ore ha trovato il killer in fuga a Napoli e scoperto il movente dell’omicidio.
S.G. è stato associato presso il carcere di Poggioreale a disposizione della A.G. partenopea, in attesa della convalida del fermo da parte del G.I.P..
Il testimone chiave
A indirizzare gli investigatori è stata la testimonianza del socio di Ahmed. L’uomo di nazionalità giordana ha spiegato che avevano deciso di liquidare il ragazzo sospettato di non aver consegnato i soldi del lavaggio auto e che il 27enne aveva chiesto un appuntamento con il suo capo per spiegarsi e trovare una soluzione.
L’incontro e l’aggressione
Nell’incontro ripreso dalle telecamere presenti nell’area si vede, infatti, che i due discutono sul marciapiede. Nulla fa presagire però che il colloquio possa finire in tragedia. All’improvviso il ragazzo tira fuori un coltello dalla tasca e colpisce l’iracheno alla gola lasciandolo a terra. Fa per allontanarsi ma ritorna e riprende ad infierire sul corpo. A quel punto decide di scappare lasciandogli il coltello conficcato nella nuca.
La caccia all’uomo
A togliere ogni dubbio sull’identità dell’autore dell’omicidio è stato l’ex datore di lavoro: il giordano ha identificato nelle immagini lo straniero come suo dipendente.
E’ partita così immediatamente la caccia all’uomo rintracciato dal segnale gps del suo cellulare prima alla stazione Termini e poi in viaggio verso Latina. Un viaggio che avrebbe dovuto portarlo in salvo lontano dalla Capitale, ma che si è concluso alla stazione di Napoli dove lo attendeva la Polizia.