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La mamma del neonato morto al Pertini: “Ho chiesto aiuto per tre notti, non mi hanno ascoltato”

“Ho chiesto aiuto per tre notti di seguito al personale del reparto in cui ero stata ricoverata, non mi hanno ascoltato”. A parlare è la donna che due settimane fa ha perso il figlio all’ospedale Pertini di Roma. In un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera la mamma 30enne ha ripercorso i giorni precedenti alla tragedia e quello che è avvenuto subito dopo. Quando durante la terza notte in ospedale il bambino è stato trovato morto nel letto vicino a lei. Inutile l’intervento dei sanitari che hanno tentato di tutto per rianimare il bambino.

L’ipotesi al momento è che la mamma possa aver schiacciato il bimbo nel sonno. Sarà l’autopsia a stabilire quale sia stata la causa del decesso. Sul caso è stato aperto un audit clinico. La Procura indaga contro ignoti per omicidio colposo. Sono state acquisite le cartelle cliniche del piccolo e della madre e i turni di servizio del personale sanitario.

“Ero stravolta, ho chiesto aiuto alle infermiere. Ho chiesto di prendere il bimbo, non l’hanno fatto”

“Ero ancora molto stanca, piuttosto provata dal parto, dopo 17 ore di travaglio, il 5 gennaio – racconta la donna al Corriere della Sera – Ero entrata in ospedale il giorno precedente, avevamo scelto il Pertini perché ero affezionata a questo posto visto che ci sono nata anche io. Per due notti, quella dopo aver partorito e quella successiva, sono riuscita, a fatica, a tenere il bambino vicino a me”.

“Ero stravolta, ho chiesto aiuto alle infermiere, chiedendo loro se potevano prenderlo almeno per un po’, mi è sempre stato tuttavia risposto che non era possibile portarlo nella nursery. E lo stesso è accaduto la notte di sabato. Anzi, – aggiunge – mi sentivo peggio dei giorni precedenti. Ho chiesto ancora di prendere il bimbo, non l’hanno fatto. Due notti ho resistito, l’ultima ero davvero affaticata. ‘Non è possibile’, mi è stato risposto ancora una volta”.

La mamma riferisce che il bambino stava bene, pesava più di tre chili. Ricorda la stanchezza e la flebo attaccata al braccio. “Mi muovevo con difficoltà. Poi quella notte sono crollata, non ce la facevo proprio. Da quel momento non ricordo più nulla”.

Durante la notte la tragedia. “Sono stata svegliata dalle infermiere: il bambino non stava più nel letto con me. Senza dirmi una parola, mi hanno fatto alzare e mi hanno portato in una stanza vicina: lì mi hanno comunicato che il bimbo era morto” ha raccontato al Corriere della Sera la donna tramite il suo avvocato Alessandro Palombi, che assiste lei e il compagno.

Non ricordo che fosse presente una psicologa, – aggiunge – e nemmeno che mi abbiano dato una spiegazione più approfondita. Di sicuro non mi hanno detto come era successo. A quel punto non ho capito più niente, mi è crollato tutto addosso. Forse sono anche svenuta”. (eg)