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Roma, al S. Alessio l’incontro tra cittadini e istituzioni per rendere la città più inclusiva

Prima di provare ad abbattere barriere architettoniche e sensoriali e rendere Roma una città più inclusiva, un primo muro è stato buttato giù: quello che spesso separa cittadini e istituzioni, impedendo il dialogo tra le parti. Nella sede dell’Asp S. Alessio – Margherita di Savoia, l’istituto romano dei ciechi che fornisce servizi mirati a potenziare le abilità dei disabili visivi, un confronto, invece, c’è stato.

Roberto Morassut, deputato per il Partito Democratico dal 2008 e già sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare nel governo Conte II, e Paolo Ciani, Consigliere regionale del Lazio e membro della Comunità di Sant’Egidio, hanno infatti dialogato con i partecipanti del progetto “Conversazioni solidali. Ricreare coesione e partecipazione dopo il Covid”, che ha come obiettivo quello di ricreare coesione e socialità, fortemente penalizzate dalla pandemia, anche attraverso il confronto con le istituzioni.

Mobilità, impegno civile, fragilità sociali, lavoro, vita indipendente, sono alcuni dei temi toccati durante l’incontro a cui hanno partecipato anche Amedeo Piva e Antonio Organtini, rispettivamente Presidente e Direttore Generale dell’ASP S. Alessio.

Come rendere più vivibile Roma a persone con disabilità? Una domanda a cui Roberto Morassut, ex assessore all’urbanistica di Veltroni, ha risposto citando il Piano regolatore entrato in vigore 14 anni fa e di cui è stato uno degli artefici: “All’epoca il focus era sulla disabilità motoria. Adesso, avendone parlato con l’assessore Veloccia e con il sindaco Gualtieri, so che è in fase di costituzione una commissione tecnica per aggiornare il piano regolatore. Aggiornarlo anche alla luce di una certa globalizzazione che c’è stata. E questa può essere l’occasione per modificare l’articolo inerente le barriere architettoniche, anche con il sostegno delle associazioni che possono articolare il tema dell’abbattimento di queste barriere e intervenire soprattutto sui temi che riguardano la mobilità”.

Un altro dei punti dibattuti nel corso del confronto ha riguardato le possibilità offerte ai disabili per vivere una vita indipendente: “In Regione mi sono occupato proprio di vita indipendente e sono riuscito a far modificare un articolo della legge 11 su questo tema – spiega Paolo Ciani. – Noi viviamo in una società che da tanti anni punta sull’individualismo e sulla competitività. E questo, secondo la mia lettura della società, ha rovinato in parte la nostra società e per questo dovremmo prendere un’altra direzione. Perché una società di individui paralleli e spesso contrapposti e in competizione lascia indietro chi è più in difficoltà. Per qualunque motivo, che sia una disabilità o un momento di fragilità o un problema economico. Bisognerebbe quindi rimettere al centro la persona per come è, e anche per come è in quella fase della sua vita”, ha spiegato Ciani.