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Strage di via D’Amelio, a 30 anni di distanza Gualtieri e Zingaretti ricordano Borsellino

Esplose 30 anni fa, il 19 luglio del 1992, l’autobomba che uccise il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta, all’altezza del numero 21 di via D’Amelio a Palermo. Il magistrato Borsellino aveva 52 anni e quella mattina stava andando a trovare la madre. I 90 chilogrammi di esplosivo al plastico Semtex-H posizionati all’interno di una Fiat 126 esplosero non appena suonò il citofono.

Una strage che ha cambiato il volto del paese e che oggi, in tutta Italia, viene celebrata con manifestazioni, dibattiti, mostre, spettacoli teatrali e fiaccolate. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha voluto ricordare così quell’evento: “A 30 anni dalla strage di via D’Amelio, Roma non dimentica il sacrificio del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. Il loro esempio vive nel nostro impegno quotidiano per la legalità”, ha scritto su Facebook.

Sempre sui social, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha ricordato quel giorno di 30 anni fa: “30 anni fa la strage mafiosa di via D’Amelio in cui furono assassinati il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli. Nell’impegno di ogni giorno contro tutte le mafie e per la legalità noi non dimentichiamo”.

Ieri, invece, è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a ricordare Borsellino e gli altri magistrati uccisi dalla mafia: “Paolo Borsellino, come Giovanni Falcone e altri magistrati, fu ucciso dalla mafia perché, con professionalità, rigore e determinazione, le aveva inferto un colpo durissimo, disvelandone la struttura organizzativa e l’attività criminale.

La mafia li temeva perché avevano dimostrato che non era imbattibile e che la Repubblica era in grado di sconfiggerla con la forza del diritto. Nel trentesimo anniversario del terribile attentato di via D’Amelio, desidero rendere omaggio alla sua memoria e a quella degli agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, che con lui persero la vita a causa del loro impegno in difesa della legalità delle istituzioni democratiche”, ha concluso Mattarella.