Home NOTIZIE CRONACA Roma, fa prostituire ragazze cinesi in appartamenti a luci rosse: indagata 45enne

Roma, fa prostituire ragazze cinesi in appartamenti a luci rosse: indagata 45enne

immagine di repertorio

Faceva prostituire ragazze cinesi in una casa a luci rosse in zona San Giovanni. Giovani reclutate e inviate a lavorare in alcuni appartamenti, non solo nella Capitale. Un’attività che la maitresse pubblicizzava anche on line sui siti di annunci.

Per la donna una cinese di 45 anni residente a Roma, è scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le accuse sono istigazione, sfruttamento e favoreggiamento alla prostituzione.

A dare esecuzione alla misura cautelare sono stati i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma piazza Dante. Al termine di una lunga e complessa attività d’indagine condotta da marzo dello scorso anno, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma.

Le indagini

Dalle indagini dei Carabinieri, con attività tecniche e servizi di osservazione, è emerso, infatti, che la 45enne, avrebbe reclutato e ospitato in un appartamento in via Vetulonia, delle ragazze per appuntamenti a scopo sessuale con uomini.

La donna, che risulta già stata arrestata nel 2011 a Firenze per lo stesso tipo di reati, è gravemente indiziata di aver tenuto parallelamente le redini dello stesso tipo di business in un paese della provincia di Savona.

I due appartamenti individuati nel corso delle indagini sono stati sottoposti a sequestro preventivo.

I commercio del sesso

Sempre a Roma lo scorso mese è stato chiuso un centro massaggi a luci rosse in zona piazza Bologna. Furono le denunce dei residenti del quartiere a far scattare le indagini che portarono  anche in quel caso all’obbligo obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per la titolare, una 49enne cinese.

A maggio un giro di prostituzione è stato scoperto a Nettuno dai carabinieri. A gestirlo una 50enne titolare di un centro massaggi utilizzato come copertura per attività a luci rosse. Il business non è passato inosservato alle mogli di diversi clienti che ingelosite hanno segnalato i movimenti sospetti. Confermati dalle indagini. Le attività venivano pubblicizzate non solo on line ma anche con dei volantini lasciati nelle cassette postali.