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L’approfondimento del mercoledì a Non solo Roma con la redazione di “Roma Daily News”

Trastevere, turista aggredito e rapinato del Rolex da 30mila euro

Ospite in collegamento Michela Anniballi, redazione “Roma Daily News

Un giovane turista di 29 anni è stato malmenato e derubato a Trastevere: i criminali sono fuggiti con un lussuoso orologio Rolex dal valore di 30mila euro.

Il ragazzo, proveniente dal Messico, si trovava lungo il Lungotevere Raffaello Sanzio, nei pressi di piazza Trilussa, nel cuore pulsante della capitale e al centro della vivace vita notturna romana, quando è stato vittima dell’aggressione.

Due individui l’hanno sorpreso, bloccato e sottratto il prezioso orologio prima di dileguarsi. L’aggressione è avvenuta a Trastevere.

Il ventinovenne era giunto a Roma dal Messico con l’intento di ammirare le meraviglie della città eterna.

Dopo una giornata alla scoperta dei tour turistici del luogo, ha deciso di recarsi a Trastevere per assaporare la movida notturna della capitale. Purtroppo è proprio in quel momento che è stato vittima dell’aggressione e del furto.

I fatti hanno avuto luogo nella tarda notte, poco prima delle due del mattino. Il giovane si trovava lungo il Lungotevere Raffaello Sanzio quando due individui italiani lo hanno circondato e picchiato. Poi sono fuggiti via portando con sé il bottino: un prezioso orologio Rolex dal valore di 30mila euro.

Appena i criminali sono scappati, l’allarme è stato immediatamente lanciato. Sul posto sono giunti gli agenti della polizia del gruppo Trastevere che hanno avviato immediatamente le indagini e si sono messi alla ricerca dei responsabili dell’aggressione.

A loro si sono aggiunti anche gli operatori sanitari del servizio di emergenza 118.

Il giovane turista messicano è stato soccorso e trasportato al vicino ospedale Fatebenefratelli per ulteriori accertamenti e cure appropriate. Per fortuna, le ferite riportate non risultano essere gravi.

Michela Andretta morta per l’asportazione di un angioma: indagati 3 medici

Una morte avvolta dal mistero: Michela Andretta lo scorso venerdì, 3 maggio, si è ricoverata alla clinica Fabia Mater al Prenestino per la rimozione di un’angioma all’orecchio sinistro. Poi è morta per arresto cardiaco. Dopo la denuncia dei familiari della 28enne di Acilia, la procura ha aperto un’indagine.

A finire nel mirino del pm tre sanitari della struttura: l’anestesista Trembiskaya Ksenia, il chirurgo Francesco Stillo, che aveva effettuato l’intervento di rimozione dell’angioma, e il medico Gianpietro Bianchini.

L’accusa per i tre è quella di omicidio colposo e colpa medica professionale (articolo 590 sexies). Si tratta di un atto dovuto in vista degli accertamenti peritali disposti dalla procura per stabilire le cause del decesso.

L’autopsia sul corpo della ragazza, che lavorava come “lash artist”, sarà svolta oggi e i risultati saranno resi noti entro sessanta giorni. Anche la famiglia della giovane, difesa dall’avvocato Marina Colella, ha incaricato un proprio medico legale di parte. «Da quello che ci risulta – assicura Colella – Michela non era assolutamente preoccupata per questa operazione. I familiari sono ancora sotto choc e giustamente vogliono sapere cosa è accaduto».

Gli accertamenti disposti dal pm Francesco Paolo Marinaro chiariranno diversi aspetti. Il primo riguarda la natura dell’angioma e le modalità dell’intervento, per accertare eventuali errori in sala operatoria. Poi verrà approfondita la situazione clinica della giovane, per capire se soffrisse di allergie. E infine saranno disposti controlli sulla struttura sanitaria di via Olevano Romano.

A presentare denuncia presso la caserma dei carabinieri di Centocelle era stato il fidanzato della vittima, Andrea Carboni, allenatore di calcio giovanile. La coppia stava insieme da nove anni e da poco era andata a convivere ad Acilia. Carboni, come tutti i familiari, chiede che venga fatta piena luce su tutta la vicenda.

A partire dall’operazione per la rimozione dell’angioma, iniziata intorno alle 12 e chiusa nel modo più inaspettato: «Ci hanno chiamato dicendoci che era morta per arresto cardiaco. Neanche i medici hanno saputo spiegare perché. Per questo chiediamo che sia fatta giustizia. Prima di entrare in quella clinica Michela stava bene».

Quadraro: al via i lavori di riempimento della maxi-voragine

Sono iniziati i lavori per riempire il buco in via Sestio Menas a Quadraro.

Tra il 27 e il 28 marzo scorsi, il collasso del manto stradale ha causato la formazione di un’enorme voragine che solo due giorni fa ha attirato l’attenzione a causa di una consistente perdita d’acqua che ha lasciato molti residenti a secco. L’esplosione di una conduttura ha seminato il panico giovedì 2 maggio.

Dopo aver risolto il problema dell’approvvigionamento idrico, si sta ora pensando all’intervento per chiudere il buco. Si tratta di un’opera che costerà circa 200mila euro e che sarà finanziata con fondi per il dissesto idrogeologico. Saranno necessari un mese di lavoro, suddiviso in due fasi.

Il progetto di riempimento sarà diviso in due fasi. La prima riguarderà la chiusura dei fori utilizzati per gli studi geologici effettuati sul lato della scuola, mentre dopo circa 10 giorni verrà riempita la principale voragine.

Successivamente, sarà Acea a occuparsi della riparazione definitiva della fognatura, avendo già ripristinato la conduttura dell’acqua danneggiata nel pomeriggio del 2 maggio.

Finora, si è dedicato tempo alla verifica delle dimensioni esatte del buco e alla possibile presenza di altre gallerie.

Gli esperti si sono concentrati su un iniziale studio geofisico, seguito da sondaggi e videoispezioni, utili per individuare “la presenza di una cavità naturale limitata”.

Prima che tutto torni alla normalità, i residenti di Quadraro dovranno aspettare fino a giugno.

Leggi anche: Gravidanze patologiche, a Roma un appartamento per ospitare famiglie

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