Case popolari, è scontro tra Comune di Roma e Regione Lazio

Ospite in collegamento Fabrizio Ragucci, Unione Inquilini Roma

Scontro tra Comune di Roma e Regione Lazio e stavolta non per la (dibattutissima) questione del Teatro di Roma: la querelle ora verterebbe su Ater.

Ci sarebbe infatti la decisione del Lazio di virare sui 48mila alloggi dell’Ater: non più consegnati al Campidoglio per l’assegnazione ai richiedenti (sono circa 16mila le famiglie ancora in attesa), ma gestione autonoma dei propri immobili.

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In sostanza, il governatore Rocca punterebbe ad una nuova legge per gestire il patrimonio regionale senza passare dal Campidoglio. E siccome la legge dà ai Comuni la facoltà di assegnare le case, ma non esenta la Regione dal pagamento dell’Imu, Rocca ha deciso di intervenire per dare a se stesso lo stesso potere in modo da gestire in prima persona il suo patrimonio immobiliare, ovvero la fetta più importante di case popolari a Roma: 48mila quelle regionali, 27mila gli alloggi proprietà del Comune.

Qui però non ci sono solo motivazioni economiche, ma anche politiche: sappiamo come a Roma la casa rappresenti un tema particolarmente sensibile che può determinare la popolarità di un’amministrazione. E verrebbe da pensare che la Regione di Francesco Rocca (che sin dall’inizio ha puntato moltissimo sull’operazione di legalità legata alle case Ater) abbia deciso di “intervenire” nel caos anche per guadagnare in chiave elettorale, magari già in prospettiva delle Europee che si terranno i primi di giugno. Insomma un po’ come fanno tutti gli esponenti politici che la storia abbia conosciuto.

Ma qui ci interessa un altro punto alla fine dei conti. C’è una prospettiva positiva per le 16mila famiglie ancora in attesa di un alloggio?

“Se Rocca dovesse andare fino in fondo a questa proposta sarebbe davvero il caos come ha annunciato già Zevi; – ha spiegato Fabrizio Ragucci – pensiamo che davvero questa situazione finirebbe con il peggiorare. Considerate che già adesso il Comune di Roma sta facendo un lavoro intenso per quantomeno sistemare questa problematica in piedi da anni. E poi dobbiamo dire un’altra cosa: la Regione non ci ha mai convocati ad un tavolo di confronto e questo va considerato”.