Home PROGRAMMI A CASA DI AMICI Bobby Solo ad “A Casa di Amici”: “Dalla mia prima chitarra nasce...

Bobby Solo ad “A Casa di Amici”: “Dalla mia prima chitarra nasce Una Lacrima sul viso”

Un cantante che ha fatto la storia della musica leggera e rock nel nostro Paese, ma che anche all’estero è conosciutissimo, grazie a grandi successi come “Una lacrima sul viso” e “Zingara”. Bobby Solo è intervenuto questa mattina all’interno del programma “A Casa di Amici” e ha raccontato alcuni aneddoti davvero interessanti del suo passato musicale, quando era poco più che un bambino.

Bobby Solo, dalla prima chitarra a… Indiano

“La prima chitarra me la regalò la mia mamma, era una Carmelo Catania. Una ragazzetta di cui ero innamorato mi disse: ‘hai il ciuffo come Elvis, ma non canti e non suoni…’. Così quando mamma mi regalò la chitarra, imparai qualche accordo (quelli di ‘Una lacrima sul viso’) grazie ad un falegname che avevo sotto casa, poi a Trieste, un maestro di musica fece il resto”, ha confessato Bobby Solo.

Poi, con i conduttori, ha raccontato cosa bolle in pentola in quest’ultimo periodo. “Indiano, è il mio ultimo singolo, è un viaggio nella mia storia e nella mia musica, che sta avendo un buon successo. Di solito io compongo la musica, raramente scrivo le parole. Da 5 anni collaboro con Carlo Zannetti che lo fa e con lui mi trovo molto bene. E Indiano nasce proprio così, mettendo un po’ di Blues tra le note. Ora esce un nuovo disco che si chiama “Mondo dove sei” e fa riflessioni sulla guerra… ne riparleremo”.

Bobby Solo è un grande maestro di musica, ma anche un uomo eccezionale con una grande esperienza alle spalle. E a tal proposito propone alle radio italiane un consiglio. “I giovani musicisti di oggi escono sui social senza fare gavetta? Io sono stato illuminato dal mio idolo Elvis, quando avevo 14 anni. Da allora ho iniziato a suonare la chitarra, ma per 25 anni ho fatto solo musica ritmica. E mi sono ritrovato nelle parole di Johnny Cash che, nella sua autobiografia, disse che nessuno aveva parlato mai della ritmica di Presley, che è stata la base dei suoi successi. Le radio importanti passano musica fatta bene, ma esclusivamente moderna. Il ragazzo di 12-13 anni sente solo quella… Se ogni giorno dedicassero parte del palinsesto alla musica dei grandi del passato, come Celentano, Mina e via dicendo, prenderebbero quella come base, un po’ come a scuola si insegnano i grandi popoli del passato. I ragazzi dovrebbero ascoltare quella musica per imparare davvero…”, conclude Bobby Solo.